Non sempre riusciamo a legare le passioni con i nostri studi o il nostro lavoro, ma in alcuni momenti possono accadere cose che ti portano ad unire le due cose. Marco Salvadori, quartierista e appassionato di Giostra, dopo alcune circostanze ha deciso di scrivere la sua testi sulla Giostra del Saracino, in particolare sull’aspetto farmaceologico. Nasce così la sua tesi dal titolo “La Giostra del saracino di Arezzo: il confine tra farmaco e doping”.

Quando e come nasce la tua passione per la Giostra?

“La Giostra mi ha sempre colpito sin da quando ero bambino, la seguivo in televisione e facevo il tifo per il mio Quartiere. La passione invece è scoppiata intorno ai 14 anni, quando ho iniziato a frequentare in modo attivo il mio Quartiere”.

Quando hai deciso di scrivere questa tesi?

“La tesi prende spunto dal presunto caso di doping che ha coinvolto nel 2013 la “baby doll”, cavallo di Elia Cicerchia. In quel periodo scoppiò una bomba mediatica che coinvolse il mondo della Giostra su un aspetto che al tempo era semisconosciuto. L’idea di impostare la mia tesi su questo argomento è nata qualche mese dopo, durante l’incontro con il mio relatore. Mi chiese di trattare un tema un po’ “fuori dagli schemi” poiché il tema doping veniva trattato in tutte le sessioni di tesi e ultimamente i lavori erano molto ripetitivi e poco interessanti. Così gli proposi questa idea, lui ne fu subito entusiasta nonostante fosse di Firenze e non conoscesse nei dettagli la nostra manifestazione. Dal giorno dopo mi misi subito al lavoro”.

C’è stato stupore da parte del tuo/a relatore/relatrice nella scelta dell’argomento?

“Il mio relatore fu molto colpito dell’argomento, soprattutto perché si basava sull’aspetto farmacologico legato ai cavalli e non aveva mai trattato un argomento simile su una tesi di laurea. Le sostanze dopanti nella nostra manifestazione sono di tipo differente rispetto a quelle che vengono solitamente somministrate. Nella Giostra si parla infatti di doping negativo, in quanto ha lo scopo di sedare e tranquillizzare l’animale e non di aumentarne le prestazioni come ad esempio accade nel Palio di Siena. Questo è stato un altro elemento che ha incuriosito molto il mio relatore”.

Quanto tempo hai impiegato a realizzare la tesi e,se ci sono state, quali sono state le difficoltà riscontrate?

“Ho impiegato all’incirca 5 mesi per completare il lavoro, non ho avuto grosse difficoltà soprattutto grazie alla disponibilità di Gianmaria Scortecci, giostratore del mio Quartiere e del veterinario Stefano Cavallini. Mi hanno facilitato la stesura della tesi, facendomi scoprire dei lati della manifestazione che non conoscevo”.

Realizzare questa tesi ti ha permesso di rapportarti con persone diverse in ambito giostresco e vedere la Giostra da un altro punto di vista. Puoi raccontarci la tua esperienza?

“Ho scoperto un lato della Giostra davvero interessante, ero abituato a osservare la competizione concentrandomi solamente sulla parte tecnica, non avevo mai focalizzato la mia attenzione su questo aspetto che però è altrettanto importante e affascinante. Ho avuto modo di parlare con molti veterinari che mi hanno fatto capire quanto lavoro e quanta attenzione ci sia anche su questo lato della manifestazione, è stata davvero una bella esperienza”.

Conclude così Marco: “Consiglierei la lettura del mio lavoro soprattutto a chi non conosce quest’aspetto della manifestazione, all’interno della tesi sono state descritte le normative antidoping della Giostra, i farmaci che vengono maggiormente utilizzati e soprattutto le motivazioni che hanno fatto “scoppiare” il caso doping e il motivo per il quale questo si è ridimensionato. Sono temi che credo siano sconosciuti a molti, ma che fanno parte della quotidianità di chi gestisce le scuderie e che sono quindi di fondamentale importanza per la Giostra del Saracino”.

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