“Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio” recitava Lino Banfi nell’omonimo film, una frase iconica utilizzata per allontanare la sfortuna. Quale frase migliore per introdurre l’argomento di questo articolo: i rituali scaramantici. Innanzitutto, con il termine scaramanzia intendiamo un repertorio di gesti, parole o atteggiamenti a cui si attribuisce il potere di scongiurare malefici e disgrazie e con cui si tenta invece di ingraziarsi la Dea bendata.
Nella vita, ciascuno di noi, quando si è trovato di fronte ad una sfida, un esame, una gara o alla vigilia di un evento importante ha compiuto uno di quei piccoli gesti per attrarre la fortuna e scacciare la malasorte. Entrando nello specifico, ci avventuriamo proprio nel mondo della Giostra, precisamente nel Quartiere di Porta Crucifera.
I momenti che precedono la sfida al Buratto creano sempre molta tensione e ciascun quartierista, a modo suo, tenta di esorcizzarla in qualche modo. Io, in primis, per molti anni, la sera della propiziatoria eseguivo una specie di rituale: andavo in Piazza Grande sempre alla stessa ora percorrevo la lizza e mi mettevo nel posto in cui sarei stata il giorno seguente in occasione della manifestazione. Molti buttano il sale in diversi punti della piazza, ma non solo: c’è chi appende i panni con una molletta rossa e una verde il giorno prima della Giostra, chi, in passato ha dato spettacolo con un numero di capriole di fila rotolando sulla lizza la notte della propiziatoria e chi continua ancora oggi a pensare che il giorno del corteo pestare fortuitamente escrementi del cavallo con lo stivale porti fortuna!
Ovviamente quando si parla di superstizione non tutti sono propensi a raccontare i loro rituali, appunto, per scaramanzia! Qualcuno ha deciso, però, di sciogliere la riserva e rivelarci aneddoti a riguardo:

Thomas Cincinelli appartiene della squadra “ragazzi del forno”, un gruppo di giovani e veterani del quartiere che ogni anno il giorno della cena propiziatoria a giugno e settembre si rimbocca le maniche per cuocere le portate che verranno servite a tavola..un ruolo direi fondamentale! Thomas ci racconta che non potendo partecipare alla cena, capitanati da uno degli storici del gruppo, ripetono un rituale scaramantico: “Sempre alla stessa ora ci mettiamo tutti in fila sulla rotonda adiacente al forno e calandoci pantaloni e mutande mostriamo ironicamente il lato B recitando la frase: alle 17 e 20 apri il c**o e stringi i denti!
Con foto annessa ovviamente!”.

Dal gruppo donne rosso verdi invece abbiamo la testimonianza di Laura Farina: ci rivela che quando avevano circa vent’anni, la notte delle prove generali andavano in trasferta: “Ci dividevamo in due gruppi, uno maschile e uno femminile. I maschi si recavano al Sasso Spicco della Verna, mentre noi ragazze andavamo a Monterchi dove si trova la figura di una madonnina e ripetevano più volte lo stesso coro, prima piano poi sempre più forte”.
Il testo del coro rimane comunque sotto “censura”…

Come ex giostratore titolare del Quartiere abbiamo Filippo Fardelli che ci racconta che prima di entrare in piazza a cavallo a giugno e settembre, aveva due rituali con la particolarità di essere completamente opposti: “Di solito decidevo di portare con me un qualcosa di completamente nuovo, in alternativa chiedevo in prestito ai miei compagni un oggetto come amuleto porta fortuna diciamo, tipo il paracolpi o simili..”

Infine Rodolfo Raffaelli, che ha rivestito il ruolo di capitano di Porta Crucifera racconta alcuni rituali di suo padre Guido Raffaelli, storico capitano del Quartiere, conosciuto da molti con il soprannome di “Ciuffino”: “Mio babbo non lo ricordo come un tipo particolarmente scaramantico, ma ora che ci penso ripeteva alcuni gesti il giorno della Giostra: portava sempre lo stesso paio di mutande e per il Bando si ritrovava sempre con il Rettore al quartiere e seguiva la lettura dell’Araldo. “Ci pensa un altro po’ e sorridendo ci svela anche che “ripensandoci c’era un’altra cosa che forse era un gesto scaramantico: mio padre arrivava sempre in ritardo al ritrovo dei figuranti il giorno della Giostra con uno scarto di 15/20 minuti e toccava fare le corse per andare a San Domenico..chi lo sà..a ripensarci forse anche quello era un rituale!”.
Mentre per quanto riguarda Rodolfo, tutte le mattine del giorno della giostra si recava al cimitero per andare a trovare suo padre e gli “storici” del Quartiere che non ci sono più e continua raccontando che “durante la benedizione a Santa Croce, entravo in Chiesa e mi prendevo qualche minuto per recitare due Ave Maria e un Padre Nostro. Mentre se guardo indietro nel tempo e ripenso a quando ero ragazzo mi viene in mente che avevo la fissa dei calzini, sempre uno rosso e uno verde che infilavo sotto la calzamaglia e anche le mutande dovevano essere rigorosamente rosse!”.

L’ultimo aneddoto che ci racconta riguarda un altro noto personaggio della giostra: Renato Brunetti che ha portato per diversi anni la Lancia d’Oro durante la sfilata:“Per scaramanzia prima di arrivare in Via Borgunto, Renato passava dal Quartiere, provava la lancia dentro il porta lance e sotto ci attaccava sempre una puntina rossa e una verde..poi non è che funzionasse sempre ma uno, come si dice..ci prova!”

Molti altri aneddoti ci saranno da raccontare e verranno raccontati, il lato da sottolineare riguardo a questo argomento è il fatto che non è importante che il rituale scaramantico funzioni, ma l’aspetto di goliardia e fantasia che si nasconde dietro a questi gesti. Tutto ciò dà vita ad un patrimonio prezioso che riporta alla mente eventi divertenti che ci legano a luoghi e persone, creando una piccola raccolta di  momenti che si ricordano con un sorriso..poi chi lo sa che in futuro qualcuno non li replichi o ne tragga ispirazione!

Martina Andreucci