Porta Sant’Andrea: il 16 aprile ricorre il decennale del museo storico

Il Rettore "È stato uno dei traguardi più importanti della storia del nostro Quartiere"

0
1836

“Un sogno biancoverde che diventa realtà”. Al suono di queste parole ebbe inizio la cerimonia di inaugurazione del nuovo Museo di Porta Sant’Andrea, il 16 aprile 2011, alla presenza delle più alte autorità cittadine, giostresche, degli Sbandieratori e dei tantissimi quartieristi che si recarono a Palazzo San Giusto in un grande momento di festa.
“È stato uno dei traguardi più importanti della storia del nostro Quartiere – racconta il rettore Maurizio Carboni – per questo il Consiglio Direttivo ha il piacere di ricordare il decennale dall’apertura di un luogo di straordinaria bellezza e importanza, fiore all’occhiello della città.

Il Museo bianco verde rappresenta il biglietto da visita del nostro mondo: è qui che accompagniamo ospiti, turisti, scuole e celebrità per narrare la storia di Porta Sant’Andrea e le gesta dei suoi protagonisti. Qualcosa di impensabile fino a qualche lustro fa, ma che grazie all’impegno della dirigenza di allora, insieme a molti volontari, ha preso forma e si è concretizzata.

Oggi, rispetto al 2011, riposte nelle preziose rastrelliere spiccano cinque lance d’oro in più: di queste mi preme menzionare quella dedicata a Giovanni Severi, vittoria memorabile ottenuta il 6 settembre 2015 grazie a quattro centri colpiti da Enrico Vedovini e Stefano Cherici, e la trentasettesima dedicata alla Fiera Antiquaria che ha sancito la vetta nell’Albo d’Oro il 23 giugno 2018, con l’esordio di Tommaso Marmorini.

In questo lasso di tempo, oltre alle vittorie, sono arrivate migliaia di perone ad ammirare i luoghi della nostra storia, a partire da numerose scolaresche che hanno trovato in Sant’Andrea un quartiere preparato e formato dal punto di vista della tradizione: in tantissime occasioni i bambini sono stati accolti dalle nostre guide e hanno potuto scoprire i segreti della Giostra. Oltre a loro non sono mancati gli studenti stranieri, rimasti sbalorditi dalla nostra realtà e dai costumi di un’epoca ai più sconosciuta.

Hanno visitato le nostre mura anche tanti contradaioli e rionali di altre città italiane, che non hanno risparmiato complimenti e talvolta lusinghe, senza dimenticare aretini e turisti da ogni dove.

Il museo storico, o delle vittorie, rappresenta l’anello di congiunzione tra la Sala d’Armi “Enzo Piccoletti” e il chiostro di via Garibaldi, ovvero i luoghi della socialità: l’auspicio di tutti noi è che la storia riposta in quella sala si possa fondere nuovamente con il popolo, il più presto possibile.
Perché senza le persone, il Quartiere non potrà mai esistere”.