Ultima intervista ai Rettori è la volta di Ezio Gori di Porta Santo Spirito il più vincente della storia della Giostra del Saracino.

Rettore questo non è stato un anno facile per nessuno compreso i Quartieri. Oltre ad aver rinunciato alle Giostre 2020 sono state interrotte tutte le attività sociali e economiche, i Quartieri hanno potuto contare solo sulle entrate del tesseramento. Come è andato il tesseramento?

“A causa della pandemia abbiamo dovuto rinunciare a tutte le attività conviviali e quindi anche alle relative entrate economiche. I nostri soci devo dire sono stati puntuali nel rinnovare la tessera. Eravamo intorno ai 1100 soci e quasi tutti hanno provveduto a rinnovare l’adesione 2020, forse ci sarà stato un calo di 20 soci circa. La settimana scorsa ho avuto i dati dal responsabile soci, sinceramente non pensavo potessimo arrivare a tanto, invece siamo sulla stessa linea dell’anno scorso sia come soci ordinari che sostenitori questo è motivo di grande soddisfazione”.

Nonostante la chiusura i Quartieri hanno dovuto sopportare delle spese fisse, siete riusciti a chiudere comunque in pari il bilancio 2020?

“Il nostro Camerlengo ci ha rassicurato che, anche se le economie del Quartiere non sono ottime come negli anni precedenti, comunque ce l’abbiamo fatta a scavallare quest’anno, fermo restando che per il 2021 rimane un grosso punto interrogativo”.

Questo aspetto si lega all’argomento contributo comunale, sembra che il sindaco abbia aperto ad un maggiore ristoro, a che punto è la discussione, saprebbe indicare una cifra adeguata a ristorare o portare almeno in pareggio i conti del suo Quartiere?

“Abbiamo avuto un incontro informale la settimana scorsa con la Consulta per affrontare varie tematiche per l’anno 2021, il Sindaco in questa occasione ci ha fatto delle aperture in merito, chiedendo a noi Rettori un prospetto delle spese fisse a cui dobbiamo obbligatoriamente fare fronte indipendentemente che si svolgano o no le giostre. Purtroppo le spese sono tante, vedi le utenze del circolo, della sede, del museo e delle scuderie dove alloggiano i cavalli di proprietà del Quartiere che hanno delle esigenze indipendentemente dallo svolgimento delle Giostre. Stiamo preparando il prospetto richiesto e poi vedremo cosa potrà fare l’amministrazione comunale”.

Più in generale, non crede che la decisione dell’ammontare del contributo annuale costringa tutti gli anni i Quartieri a poche certezze, sarebbe d’accordo nel proporre che il contributo fosse deciso triennalmente? Non crede che questo potrebbe anche contribuire ad una maggiore autonomia del mondo giostresco?

“Sono dodici anni che ricopro questo ruolo e nei vari anni ci sono state delle alternanze sull’ammontare del contributo, arrivai che erano 14.000 euro, poi passammo a 7.000, per arrivare a 15.000. Con una programmazione triennale si potrebbe fare una progettualità diversa. Per il contributo che i Quartieri oggi danno alla città di Arezzo secondo me uno sforzo in più da parte dell’amministrazione sarebbe auspicabile”.

Cosa ne pensa della proposta che una quota fissa del contributo dato dal comune possa essere destinata per finanziare iniziative culturali e sociali dei Quartieri?

“Questa sarebbe un’ottima cosa perché i Quartieri hanno bisogno di fare attività culturali, quando organizziamo eventi culturali e sociali c’è sempre una grande partecipazione e anche una grande presenza di giovani. Credo che potrebbe servire a far crescere e maturare i giovani”.

Venendo alla cronaca, ci può dire come è maturata la decisione del sindaco di prorogare i mandati, c’è stata una discussione in consulta, siete arrivati ad una votazione o è stata presa in autonomia dal sindaco senza consultarvi?

“Per questo dobbiamo fare un passo indietro, verso fine agosto dello scorso anno ci incontrammo con la Consulta e in quella seduta ci fu proposto dal Sindaco un prolungamento dei mandati dei Quartieri per un anno, perché riteneva opportuno che le dirigenze che avevano vissuto il periodo Covid potessero traghettare i Quartieri fino al periodo post pandemia. La proposta iniziale venne lanciata da Andrea Fazzuoli. In quel periodo il Covid aveva avuto un grandissimo rallentamento e sembrava si andasse verso un ritorno alla quasi normalità. In quella occasione sia io che Carboni e Felici decidemmo che era giusto e doveroso portare i Quartieri alle elezioni, fermo restando che le condizioni sanitarie rimanessero almeno stabili. Sfortunatamente nei mesi successivi la situazione è tornata a peggiorare, a quel punto in una intervista espressi i miei dubbi, perplessità e difficoltà che si sarebbe potuto incontrare per svolgere tutte le fasi delle elezioni. Da questo articolo si riaprì la discussione anche nelle riunioni della Consulta. Il paese era tornato al blocco quasi totale, mi sembrava difficile che un Quartiere potesse andare regolarmente al voto. A questo punto nasceva il quesito di come poterlo fare. Esaminata la possibilità di farla da remoto fecero emergere alcune problematiche. Poter garantire a tutti i soci la partecipazione, il problema della privacy. Davanti a questi impedimenti tutti e quattro i Rettori fummo concordi nell’impossibilità di svolgere le assemblee online. Rimaneva quindi la sola possibilità in presenza, ma non ci era data la possibilità, ma non dal Sindaco, dalle autorità competenti che impedivano qualsiasi situazione che possano creare pericolosi assembramenti. La richiesta di rinvio però non poteva venire da Rettori, noi dicemmo al Sindaco che avremmo accettato qualsiasi decisione che ci avrebbe prospettato, poi è arrivato il Decreto. I Quartieri in questa fase, anche se con qualche osservazione, decisero che avrebbero accettato la decisione presa dal Sindaco”.

C’è stata discussione o votazione all’interno del Consiglio Direttivo? 

“Il mio Consiglio a settembre era dell’idea di rinviare, fui io ad impormi che era giusto, se le condizioni fossero rimaste le stesse, andare alle elezioni. Quando è arrivato il Decreto il Direttivo ha accettato la disposizione del Sindaco”.

Nessuno nega le problematiche portate dal Covid per la salute pubblica, ma da più parti sono rimasti stupiti che la decisione abbia coinvolto solo i Quartieri della Giostra, quasi un provvedimento ad personam, non coinvolgendo tutte le altre associazioni cittadine, ma nemmeno le tre associazioni giostresche. Come si spiega questo diverso trattamento, non crede che queste modalità possano alimentare dubbi?

“Molto probabilmente perché il Sindaco in quella fase aveva avuto una richiesta dai quartieri e non dalle associazioni, poi bisogna vedere se le autorità competenti autorizzano una assemblea in presenza”.

Da più parti è stato sostenuto che questa decisione sia illegittima, la motivazione del Segretario Generale mette forse in dubbio la stessa autonomia dei Quartieri che potrebbe avere ripercussioni in futuro. Come Rettore non ha sentito l’esigenza di chiedere quanto meno un parere legale sulla sua efficacia e legittimità?

“No, non mi sono sentito in dovere di richiedere un parere legale, non sono ferrato in materia ma c’era la presa di posizione dei Rettori e del Sindaco durante la Consulta, era  stata presa una decisione. Sulla legittimità o meno il Sindaco servendosi del Segretario Comunale credo sia state fatte tutte le opportune valutazioni. Se è stata commessa una irregolarità io questo non lo so, però ne faccio una situazione di buon senso, stiamo affrontando un’epidemia che ci sta condizionando la vita e l’economia di moltissime attività, posticipare le elezioni dei Quartieri di qualche mese anche se le elezioni e la Giostra sono importanti, forse adesso le priorità sono altre”.

Per ora le date delle Giostre 2021 sono state confermate a giugno e settembre e nel mentre si naviga a vista, non crede che per una miglior organizzazione sarebbe opportuno posticipare fin da subito almeno la data di giugno a ridosso di quella di settembre?

“Nell’ultimo incontro con Sindaco e gli altri Rettori seppur in maniera informale si è affrontato, anche se non si è presa una decisione ufficiale, però in tutti noi c’è la preoccupazione di riuscire ad effettuare la Giostra a giugno visto e considerato come stanno andando le cose. Probabilmente a giugno non avremo raggiunto l’immunità di gregge, è una decisione che ancora dobbiamo prendere”.

Stando comunque così le cose, quale crede che sia il tempo massimo per decidere sul calendario giostresco?

“Ci siamo posti una data come termine, fine febbraio. Non possiamo rimanere nell’incertezza fino a maggio, ciò comporterebbe da marzo per i Quartieri di intensificare gli allenamenti e sottoporre tutta la squadra tecnica ad uno sforzo in più e ulteriori costi. Nel caso in cui venisse rinviata valuteremo se posticiparla a ridosso di quella di settembre. A quel punto il risparmio del montaggio e smontaggio tribune potrebbe servire come ristoro per i Quartieri”.

Lo scorso scorso tutti d’accordo sul diniego a svolgere la Giostra di settembre in forma diversa da festa di popolo, oggi si sente parlare di “Giostra a tutti i costi”, se si riproponessero le stesse condizioni è sempre della stessa idea oppure sarebbe disposto ad accettare qualche compromesso?

“Quando andammo dal Prefetto lo scorso anno le condizioni per effettuare la Giostra erano veramente molto limitate, si parlava di non avere figuranti in piazza, addirittura senza l’accompagnamento al pozzo del giostratore, insomma qualcosa di inguardabile. Quest’anno c’è la volontà, se le limitazioni non sono esagerate, vale a dire con una presenza di pubblico anche se limitato, i figuranti tutti in piazza, credo che sia doveroso provare a correr giostra, anche con delle limitazioni non eccessive e stringenti. Sarebbe importante correre Giostra perché la città, i quartieristi, hanno bisogno di rivivere quelle emozioni che nel 2020 non abbiamo potuto vivere. Occorre fare un piano molto più ampio, non c’è solo il giorno della Giostra, ci sono le prove, le settimane pre-giostra, i festeggiamenti, c’è insomma da studiare un piano. Lavoreremo se si decide di andare in questa direzione per evitare il più possibile i rischi”.

Proroga o no, siamo a fine mandato, come giudica il suo lavoro e del suo Consiglio nei tre anni precedenti, sia sul piano tecnico che su quello sociale?

“Lo giudico esageratamente buono sia nell’aspetto tecnico che sociale, Santo Spirito sono anni che sta facendo un grandissimo lavoro. Sotto questo aspetto devo solo dire grazie ai miei consiglieri che hanno lavorato molto bene, ma devo dire grazie anche a tutto il corpo sociale del Quartiere che ci ha fatto lavorare sempre nella massima serenità e tranquillità. Nel 2016 non ci fu mai nessuna polemica, anzi il nostro popolo ci incoraggiava ad andare in piazza e dare il meglio di noi, questo clima ci ha sempre aiutato a raggiungere i risultati straordinari che siamo riusciti a conseguire”.

Riccardo Pichi