La Lancia d’oro e la storia del Giubileo

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La Lancia d’Oro dedicata al Giubileo della Speranza che verrà assegnata il 21 giugno 2025 al quartiere vincitore della CXLVII edizione della Giostra del Saracino è nata dall’idea dell’artista aretino, nato a San Giovanni Valdarno, Mauro Capitani, pittore annoverato come uno dei protagonisti della pittura contemporanea degli ultimi decenni del Novecento.

La realizzazione come sempre è stata opera dell’impareggiabile mano del maestro intagliatore Francesco Conti che ha saputo infondere in questa lancia tutto il significato della dedica. Nella asta inferiore della lancia è rappresentata la Speranza di Giotto e l’immagine del santo Patrono Donato. salendo più su, nel batticolpi, sono presenti alcuni simboli che impersonificano la speranza, due ancore e due pettirossi, uccello che simboleggia la vita che resiste anche nelle condizioni più difficili, come l’inverno, e spesso associato a speranza e ottimismo.

L’asta superiore invece inizia con una riproduzione di una delle quattro colonne del Baldacchino del Bernini, opera presente all’interno della Basilica di San Pietro, realizzata appunto dal celebre scultore e architetto barocco. Continua poi con l’immagine dei due Papi simbolo di questo Giubileo della Speranza: Papa Francesco, colui che ha indetto l’anno Santo (sovrastato dal logo scelto per il Giubileo), e Papa Leone XIV colui che attualmente risiede sul soglio di Pietro. Terminano la bellissima e suggestiva asta, il logo del Comune di Arezzo, la bandiera dello Stato della Città del Vaticano stretta nell’impronta (al negativo) di due mani e i colori dei quattro quartieri.

 

 

Alessandro Dragoni

 

 

 

La storia del Giubileo

La lancia d’oro della 147ª edizione della Giostra del Saracino, che è stata presentata ieri alla ormai consueta conferenza stampa nel palazzo comunale, è dedicata al “Giubileo della Speranza”. Questo grande evento della Chiesa Cattolica sta richiamando nella capitale centinaia di migliaia di pellegrini da tutto il mondo. Ma perché il Giubileo è così importante e qual è la sua storia? Cerchiamo di capirlo facendo un viaggio nella storia partendo da più di duemila anni fa.

Le radici del Giubileo cristiano affondano nella tradizione ebraica. L’istituzione dell’anno giubilare è descritta nel libro del Levitico. [1] Secondo la legge ebraica, il Giubileo cadeva ogni cinquantesimo anno. Quell’anno era santificato e veniva proclamata la libertà nella terra per tutti i suoi abitanti. Le prescrizioni prevedevano che ognuno tornasse nella sua proprietà e nella sua famiglia. Dal punto di vista sociale, ciò implicava la restituzione delle proprietà precedentemente vendute e l’affrancamento delle persone vendute come schiavi o pegni umani.

A livello semantico Giubileo deriva dall’ebraico “jobel”. Questa parola significava originariamente “montone” da cui deriva per traslato il senso di “corno”, lo strumento usato dai sacerdoti per proclamare l’inizio dell’Anno del Signore. Il suono del corno serviva a inaugurare quest’anno particolare in cui scattavano le regole di redenzione sopradette.

Andando avanti con i secoli questa tradizione si affievolì progressivamente. Per i primi cristiani il Giubileo ebraico non fu considerato di particolare interesse, come del resto tutto il Levitico, visto come portatore di una legge superata dall’avvento di Gesù.

La stessa traduzione del termine ebraico Jobel mutò assumendo un altro significato. San Girolamo, nella sua traduzione latina della Bibbia[2], coniò la parola iubilaeus per tradurre l’ebraico jobel, collegandola al termine latino jubilus e al verbo iubilare. Questa scelta introdusse nel testo biblico una dimensione festosa che era meno evidente nell’originale ebraico.

La svolta per la storia del giubileo avvenne nel XIII secolo. In questo periodo si acutizzarono due fenomeni già in atto durante il Medioevo: la centralizzazione della pratica devozionale su Roma e i suoi luoghi santi, specialmente le tombe degli apostoli Pietro e Paolo, e la regolamentazione delle indulgenze da parte della Chiesa.

Di questo processo ne approfittò il pontefice, Bonifacio VIII, che decise di concedere un’indulgenza plenaria. Il 22 febbraio 1300, promulgò la bolla “Antiquorum habet”, che concedeva l’indulgenza plenaria ai fedeli che, confessati e pentiti, avessero visitato le basiliche di San Pietro e San Paolo fuori le Mura durante l’anno 1300 e in futuro[3], con una cadenza inizialmente fissata a cento anni. Questa decisione segnò l’invenzione del Giubileo della Chiesa di Roma.

Il Giubileo del 1300 fu una manifestazione di massa eccezionale. I pellegrini erano persone di ogni tipo: principi, nobili e gente comune e fra di loro si trovavano anche personaggi illustri come Dante Alighieri, il quale nella Divina Commedia, oltre a parlarci del Giubileo in generale, ci fa conoscere un particolare davvero curioso: la folla che andava a visitare la basilica di San Pietro era tale che sul Ponte Sant’Angelo, per evitare incidenti, era stato stabilito un doppio senso di marcia![4]

La tradizione giubilare proseguì, sebbene con intervalli diversi. Nel 1350 Papa Clemente VI ridusse l’intervallo a cinquanta anni. Successivamente, Papa Urbano VI, lo portò a trentatré anni, in memoria degli anni della vita di Cristo, e infine Papa Paolo II nel 1470 stabilì la cadenza a venticinque anni.

I Giubilei ebbero anche un impatto significativo sull’economia e sull’urbanistica di Roma. Niccolò V utilizzò l’enorme quantità di denaro raccolta nel Giubileo del 1450 per ricostruire la città, recuperare opere antiche e fondare il nucleo della Biblioteca Vaticana. Si concentrò in particolare sulla ricostruzione di chiese, molte delle quali legate agli ordini mendicanti. Anche il Giubileo del 1500, sotto Alessandro VI Borgia, nonostante la figura controversa del papa, contribuì a plasmare la cerimonia giubilare e a rafforzare il ruolo simbolico del papato e di Roma, intrecciando interessi materiali e spirituali.

I Giubilei successivi rifletterono i cambiamenti culturali e politici. Il Giubileo del 1600 fu caratterizzato da sfarzo e esteriorità che portarono a definirlo “barocco”. Quello del 1675 vide un’enfasi sulla spettacolarizzazione del tipo di dolore richiesto per la penitenza. Il Giubileo del 1775 invece mostrò un cambiamento nel profilo sociale dei pellegrini, con una grande massa di poveri e diseredati.

Avvicinandoci ai giorni nostri Il Concilio Vaticano II segnò un cambio di paradigma, spostando l’attenzione dalla colpa e dalla condanna alla dinamica colpa-perdono, incentrata sulla misericordia.

L’ultimo Giubileo ordinario venne indetto da Giovanni Paolo II venticinque anni fa, nel 2000. Fu un grande Giubileo per tutta la Chiesa poiché, oltre a segnare il passaggio da un millennio all’altro, ricordava i 2000 anni di storia trascorsi dalla nascita di Gesù di Nazareth. Inoltre, la nostra città decise di omaggiare il grande evento correndo il 9 settembre una terza giostra straordinaria vinta dal quartiere di Porta Crucifera.

Oltre ai giubilei che cadono ogni venticinque anni esistono quelli straordinari, che possono essere indetti da un pontefice fuori dall’ordinarietà. L’ultimo Giubileo straordinario è stato quello voluto da Papa Francesco nel 2016: il Giubileo della Misericordia. Anche in quel caso venne organizzata una terza Giostra corsa il 27 agosto ed il quartiere di Porta Santo Spirito riuscì ad accaparrarsi la lancia d’oro dedicata a quell’anno santo.

In sintesi, la storia del Giubileo è un viaggio che parte dalle norme sociali e spirituali dell’antico Israele, viene reinterpretato nel cristianesimo come tempo di grazia e misericordia, istituzionalizzato dal papato medievale legandolo alle indulgenze e al pellegrinaggio a Roma come strumento di potere spirituale e temporale, attraversa crisi e riforme, e giunge oggi a una rinnovata enfasi sulla misericordia universale e sulla speranza, pur mantenendo la sua struttura di evento periodico incentrato sulla figura del pontefice e sulla città di Roma.

 

Samuele Oroni

 

 Elenco degli anni santi ordinari e straordinari

1300     Bonifacio VIII (Benedetto Caetani)

1350     Clemente VI (Pierre Roger)

1390     indetto da Urbano VI (Bartolomeo Prignano), aperto da Bonifacio IX (Pietro Tomacelli)

1400     Bonifacio IX (Pietro Tomacelli)

1423     Martino V (Oddone Colonna)

1450     Niccolò V (Tommaso Parentucelli)

1475     indetto da Paolo II (Pietro Barbo), aperto da Sisto IV (Francesco Della Rovere)

1500     Alessandro VI (Rodrigo Borgia)

1525     Clemente VII (Giulio de’ Medici)

1550     indetto da Paolo III (Alessandro Farnese), aperto da Giulio III (Giovanni M. Ciocchi Dal Monte)

1575     Gregorio XIII (Ugo Boncompagni)

1600     Clemente VIII (Ippolito Aldobrandini)

1625     Urbano VIII (Maffeo Barberini)

1650     Innocenzo X (Giovanni Battista Pamphili)

1675     Clemente X (Emilio Altieri)

1700      aperto da Innocenzo XII (Antonio Pignatelli), concluso da Clemente XI (Giovanni Francesco Albani)

1725     Benedetto XIII (Pietro Francesco Orsini)

1750     Benedetto XIV (Prospero Lambertini)

1775      indetto da Clemente XIV (Gian Vincenzo Antonio Ganganelli), aperto da Pio VI (Giovanni Angelo Braschi)

1825     Leone XII (Annibale Clemente Sermattei Della Genga)

1875     Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti)

1900     Leone XIII (Gioacchino Pecci)

1925     Pio XI (Achille Ratti)

1933     Pio XI (Achille Ratti), anno santo della redenzione

1950     Pio XII (Eugenio Pacelli)

1966     Paolo VI (Giovanni Battista Montini), anno santo per la chiusura del concilio

1975     Paolo VI (Giovanni Battista Montini)

1983     Giovanni Paolo II (Karol Wojtyła), anno santo della redenzione

2000     Giovanni Paolo II (Karol Wojtyła)

2016     Francesco (Jorge Mario Bergoglio), anno santo della misericordia nel 50° del concilio

2025    Aperto da Francesco (Jorge Mario Bergoglio) continuato da Leone XIV (Francis Robert Prevost), anno santo della Speranza

 

Bibliografia

-A. Melloni, Il Giubileo. Una storia, Editori Laterza, Bari, 2016.

-A. M. Foli, Grande storia dei giubilei. Dalle antiche origini ebraiche a oggi, TS – Terra Santa, 2024.

-L. Scaraffia, Il Giubileo, Il Mulino, Bologna, 1999.

-S. Gaeta, Vivere il giubileo. Tutto quello che c’è da sapere sull’Anno santo: la storia, i luoghi, gli appuntamenti da non perdere, Piemme, Milano, 2024.

 

Note

[1] «Conterai sette settimane di anni, cioè sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno un periodo di quarantanove anni. Al decimo giorno del settimo mese, farai echeggiare Il suono del corno; nel giorno dell’espiazione farete echeggiare il corno per tutta la terra. Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è un giubileo: esso sarà per voi santo» (25,8- 12).

[2] La traduzione della Bibbia di San Girolamo, scritta alla fine del IV secolo, è universalmente conosciuta come Vulgata. Durante il concilio di Trento (1545-1563) venne scelta come versione ufficiale della Bibbia per tutta la chiesa cattolica.

[3] Per ottenere l’indulgenza i Romani dovevano visitare le basiliche 30 volte, i pellegrini non romani 15 volte.

[4] Divina Commedia, Inferno, canto XVIII, vv. 28-33