Così essere il favorito, a volte può coincidere con il vincitore, ma altre volte proprio no.
Questo perché il pronostico non può comprendere tutti quegli aspetti imprevedibili che si sviluppano e mutano in ogni edizione. In quella del centenario della nascita dell’Arezzo calcio, chi poteva immaginare che Scortecci avrebbe corso in “precarie” condizioni fisiche? Che il 2023 avesse relegato Cicerchia nel ruolo di gregario, nonostante la grande prova di forza negli spareggi di settembre 2022? E perché il disturbo a Sant’Andrea e non agli odiati Cruciferini? Tutto questo è avvenuto nel nome di Gianni Martino spingendo i gialloblu nel tunnel senza uscita di correr giostra sui nuovi rivali, dimenticandosi che la saggezza popolare insegna che “fra i due litiganti il terzo gode” facendo così smarrire, momentaneamente, la strada.
Per i crociati biancoverdi, bravi a spingere Santo Spirito nell’angolo, il ritorno di Martino Gianni nel ruolo di salvatore della patria e il trionfo di giugno, ha portato troppa sicurezza, convinzione nei propri mezzi, come dicono loro ‘entusiasmo’. La parola ‘Cappotto’ è stata abusata da tutti facendo i conti senza l’oste; dimenticandosi che la Giostra si corre in 4 e che ogni edizione ha la sua storia.
A volte la storia si ripete e anche questa volta, come nel 2000, sfuma a Gianni Martino il sorpasso sui cruciferini. Le sue affermazioni ‘di essere salito su un treno in corsa’ hanno il senso di non prendersi tutto il merito della vittoria, ma anche il monito che la sua mano deve ancora vedersi.
Quindi? Il Cappotto sarebbe stato ‘solo’ una scorciatoia.
Chi più di tutti poteva avvantaggiarsi di tutto questo era Porta del Foro che avrebbe dovuto correr giostra come il primo giorno di prove. Invece, ancora una volta, si è sciolto come la neve al sole confermando i difetti di sempre.
I cavalli finiscono non galoppando, Parsi non esplode mai, Rossi finisce sempre per avere un problema di cavallo e poi, quello che è peggio, si cerca di mascherare tutto. Per finire, l’utilizzo del cordino, di importazione quintanara, oltre che essere brutto agli occhi di chi guarda, andrebbe evitato come le maschere di colcitrone. Ma quello che più mi fa indignare è stato utilizzato, a volte anche male, sulla pelle dei giovani giostratori, facendoli passare da poco capaci a gestire il cavallo in partenza.
Chi invece, con tenacia e concretezza ha badato al sodo è Porta Crucifera che, ancora una volta, il 3 settembre, si è avvantaggiata della quarta posizione. Per la cabala era già successo nel 1995 con Filippetti sul 2 di Luca Veneri e nella 99esima edizione, settembre 2000, con Alessandro “Magno” Vannozzi sul 2 di Gianni Martino.
La consapevolezza che in questo momento i propri giostratori debbano misurarsi con coppie più competitive non ha intaccato la determinazione con cui è stata cercata la vittoria. La speranza che in qualche modo quello che era avvenuto in Prova Generale potesse ripetersi è maturata con il 2 di Santo Spirito che ha fatto saltare tutte le strategie e creato le condizioni per sovvertire tutti i pronostici.
Porta Crucifera viene così ripagata da scelte forti come la rinuncia prima a Rauco e poi a Vedovini che, invece, si sarebbero potute riproporre in caso di un flop.
La filosofia operaia e di lavoro lontano dalle luci dei riflettori ha ripagato le scelte del Capitano, vittorioso con il suo vice anche nella Prova Generale.
Ma la 144esima edizione è veramente stata una ‘brutta’ Giostra perché caratterizzata dai bassi punteggi, senza neppure un centro?
NO, proprio l’opposto perché i punteggi alti o bassi non fanno la differenza.
Nell’edizione 2021, vinta da Porta Crucifera, ci furono 3 centri, Scortecci, Cicerchia e Marmorini, fu rotta nel 4 la lancia da Rauco raddoppiando il punteggio, e Porta Santo Spirito perse con 10 punti.
Ebbene quella Giostra finì al primo tiro, non fu per niente avvincente e nemmeno spettacolare.
In questa 144esima edizione ogni tiro è stato determinante, prima Montini, poi Parsi e infine Vanneschi avrebbero potuto ipotecare la vittoria, invece non riuscendoci e finendo nel 4 hanno aumentato l’incertezza e rimandato l’esito alle seconde carriere.
Delusione per Marmorini e Rossi, è stato Paffetti, sicuro e determinato a rappresentare lo spirito cruciferino che credeva e voleva la vittoria.
Il favorito Santo Spirito fuori subito, Sant’Andrea e Porta del Foro per due volte hanno avuto la vittoria in mano, così come Porta Crucifera che però è stato capace di prenderla.
Anche il livello tecnico è stato alto con carriere corse bene e cavalli ben preparati.
La Giostra è come i calci di rigore, rimanendo sul calcio.
Puoi giocare molto bene la partita senza vincerla perché l’avversario si è difeso con i denti e finisce 0 a 0 (le prove ufficiali e la simulata). Ai rigori (il giorno della Giostra) è un’altra storia.
Come ha commentato Paffetti: il giorno della Giostra è un altro sport (sennò che noia!).
I voti (da 1 a 8)
(II) Scortecci (Doc) senza valutazione.
(IV) Montini (Siria) 6 fallisce il match ball (la traiettoria della carriera più contenuta in uscita non lo aiuta).
(IV) Parsi (Biancaneve) 6 solo perché tiene in gara Porta del Foro ma bocciato alla prova di maturità. Ancora una volta.
(IV) Vanneschi (Pinocchio) 6,5 è riuscito a tenere invariate le possibilità di vittoria non rischiando tutto sul 5.
(IV) Cicerchia (Olympia) 6 la lancia non si rompe, se avesse potuto fare la sua Giostra sarebbe stato da 8.
(III) Marmorini (Conte Darko) 5 che avrebbe dovuto fare. Tiro da cancellare.
(III) Rossi (Rocky) 5 dalla simulata con mezzo cavallo, le 4 fasce giallocremisi lo condannano prima di partire.
(IV) Paffetti (Rosa de Moscheta) 8 carattere e concretezza, giustissimo fargli correre l’infuocata ottava carriera.
Porta Santo Spirito: 4 il Saracino è come fare a cazzotti, meglio darlo il primo pugno con Cicerchia.
Porta Sant’Andrea: 5 perché l’obiettivo era il cappotto che Porta Santo Spirito aveva servito in un piatto d’argento.
Porta del Foro: 3 da dopo la vittoria del 2019, di riffa o di raffa, si stra-complica la vita. Ora è dura.
Porta Crucifera: 7 non 8 perché loro lo sanno che ancora devono crescere. Padroni in Piazza.
E come chiudeva i sui articoli Carlo Dissennati: ”la Giostra è finita, l’ha vinta Arezzo”.
Giorgio Marmorini