IL CAPITANO – LA SERIE

L’evoluzione della figura del Capitano di Quartiere dagli inizi fino ad oggi. Come si è trasformato il ruolo più importante in piazza in 90 anni di storia attraverso i protagonisti che hanno fatto la storia e cambiato la figura più importante del quartiere durante la sfida ad Burattum.

CAPITOLO 2 – L’INIZIO… DEL MITO 

I primi ad indossare il costume di Capitano di quartiere furono per Porta Burgi Giovanni Coppelli, Arturo Caporali per Porta Fori, Giuseppe Quadrelli Porta Saione, Odoardo Mazzantini Porta Crucifera e Luca Giuliattini per Porta Santo Spirito. Il ruolo di Capitano cresce di pari passo con la Festa, se inizialmente il Rettore, anche per l’organizzazione data e voluta dal Regime, è la figura centrale nelle società di quartiere con il passare degli anni il Capitano è diventato la figura Principe della piazza. 

Risulta molto difficile ricostruire dinamiche e storie nei primi decenni di vita del saracino, a Porta Crucifera le figure dominanti nel ruolo di Capitano furono Emilio Vecoli e Vittorio Farsetti. Emilio Vecoli indossa il costume per la prima volta in giostra il 7 agosto 1932, una sola giostra. A settembre dello stesso anno la lancia d’oro sarà portata al quartiere da Luigi Persichetti De Giudici. Ancora un cambio, Attilio Valentini nel 1932 e 1933 poi ritorna in sella Vecoli dal 1935 al 1940 quando il saracino si ferma a causa della guerra. In sei anni conquista 4 lance d’oro (1935-1937-1938-1939). 

A Porta del Foro Antonio Ciofini nel 1932 indossa il cimiero per le due giostre per poi lasciare spazio nel 1933 a Gregorio Castigli che indosserà il costume fino al 7 agosto 1935. Castigli apre e chiude il suo mandato con una vittoria.  La giostra successiva il suo posto è preso da Francesco Fiumicelli anche lui vittorioso come il suo predecessore alla prima giostra indossando il vestito da capitano. Sarà la sua unica vittoria, Fiumicelli resterà in carica fino alla guerra senza però trovare di nuovo il successo. 

Alla guida di Porta Sant’Andrea il primo ad indossare il costume nel 1932 fu Silvio Beoni una sola giostra perchè il 18 settembre 1932 entra in piazza Giovanni Coppelli il Capitano più presente in piazza tra il 1932 e il 1940. Per lui tredici giostre alla guida del quartiere biancoverde raccogliendo due vittorie nel 1933 e nel 1936. Il 3 settembre 1939 Guido Cinquini sostituisce Coppelli nel ruolo di Capitano. A giugno dell’anno successivo vince in piazza la sua unica lancia d’oro. 

A differenza degli altri a Porta Santo Spirito nel periodo tra il 1931 e il 1940 si cambia spesso la guida in piazza. Luca Giuliattini è l’unico che fa ritorno in piazza grande nel 1932 e vince la sua unica lancia d’oro. Inizia dopo di lui un giro di Capitani che cambiano ogni anno: nel 1933 Cipriano Mario Tosi, Giovanni Guiducci fa il primo cappotto nel 1934 ma è poi sostituito nel 1935 da Mario Perlini. Nel 1936 torna il Capitano del cappotto per un solo anno mentre nel 1937 è la volta di Mario Binachi che vince una lancia d’oro, nel 1938 anche per Viglione Gaetano due giostre una vittoria, nel 1939 torna Mario Perlini ma lui a differenza dei suoi colleghi non riesce a vincere. Nell’ultima giostra prima della guerra arriva Emilio Giuliattini che fa il pieno una giostra una vittoria.

In quegli anni non si studiano traiettorie ne si va alla ricerca di cavalli in giro per l’Italia. I giostratori non si allenano, si cercano tra Arezzo e il suo contado. Cavalieri solo per diletto ma che lavorano duro ogni giorno per andare avanti giorno dopo giorno. I quartieri sono nella loro fase iniziale così come la stessa rievocazione appena nata. Non esiste il ruolo come lo vediamo e pensiamo oggi, i cavalli si cercano e si fanno prestare da chi ne possiede. Non esistono prove, i Capitani si affidano alla qualità equestre di stare in sella prima ancora di avere una lancia in resta. Le qualità molto spesse le vanno a cercare tra coloro che nella vita di tutti i giorni hanno a che fare con i cavalli e gli animali mostrando le giuste attitudini per la Giostra del Saracino. Il coraggio è la dote più importante perchè il Buratto e la tecnica non sono quelle di oggi.

Non sono tempi d’oro, i soldi non ci sono e si corre per passione, per ottenere qualche premio che torna comodo per il lavoro quotidiano o per far aiutare la famiglia. I Rioni non possono avere disponibilità per questi uomini coraggiosi che vanno allo scontro contro il Buratto. Tripolino raccontava che le sue doti venivano dall’aver montato i maiali prima ancora dei cavalli. I giostratori che arrivano in piazza nelle prime giostre vengono tenuti in considerazione per molti anni.

Il Capitano con grande fierezza porta il quartiere in piazza, comanda gli armati perché facciano onore al quartiere di fronte alla città di Arezzo e delle loro istituzioni. La Giostra del Saracino è ancora troppo giovane c’è ancora molto da fare, la scintilla si è riaccesa come se non si fosse mai spenta ma è ancora troppo presto, anche il Capitano deve trovare la sua esatta dimensione nella società di quartiere e in piazza grande. Solo la guerra interrompe questa fiamma senza però spgiostraegnerla. L’evoluzione di questa figura è già iniziata e dopo la guerra la giostra scoprirà un Capitano diverso.

CAPITOLO 1 – DAL REGOLAMENTO AL MITO DEL COSTUME