La figura del Capitano – 3° capitolo

La serie sull'evoluzione della figura del Capitano di Quartiere dagli inizi fino ad oggi

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IL CAPITANO – LA SERIE

L’evoluzione della figura del Capitano di Quartiere dagli inizi fino ad oggi. Come si è trasformato il ruolo più importante in piazza in 90 anni di storia attraverso i protagonisti che hanno fatto la storia e cambiato la figura più importante del quartiere durante la sfida ad Burattum.

CAPITOLO 3 – IL CAPO POPOLO 

Finita la guerra l’Italia riparte e con lei anche la Giostra del Saracino. In piazza tornano i più grandi, quelli che hanno iniziato a scrivere la storia Tripolino, Donatino, Vannozzi, Neri, Ghinassi, Bottacci, Martini. La vita nei quartieri non esiste, le porte dei rioni si aprono solo pochi giorni prima di andare in piazza grande. Nel paese ha inizio una nuova vita e così anche nei quartieri. Il Capitano assume una veste diversa da quella degli anni trenta. Inizia il processo di evoluzione e trasformazione della figura di Capitano, chi si avvicina ai quartieri e ricopre incarichi chiave nel corso degli anni si affermano e diventano i punti di riferimento nel rione.

La Giostra del Saracino riprende nel 1948, il Rettore è una figura rappresentativa ma le redini del quartiere le ha il Capitano che è operativo in tutto e per tutto. E’ lui che tiene insieme gli associati diventando la figura principale nel quartiere. Si riparte il 12 settembre e alla guida dei rioni troviamo Vittorio Farsetti in Porta Crucifera, Eugenio Borgogni per Porta del Foro, Giovanni Mazzini per Porta Sant’Andrea e Mario Fulgenzi a Porta Santo Spirito. Sono tutte figure nuove, nessuno di loro era in carica il 9 giugno 1940, ultima giostra corsa prima dell’interruzione per lo scoppio della guerra.

Se il Saracino nasce nel 1931, in Italia dopo la guerra, con la scoperta di fonti e notizie assistiamo alla nascita di rievocazioni storiche. Arrivano gli anni dove in altre città fioriscono rievocazioni storiche come la Quintana di Foligno nel 1946 quella di Ascoli Piceno nel 1955 e il Palio del Niballo nel 1959. È proprio da “lu centru de lu munnu” come viene chiamata dai folignati che parte la caccia al cavaliere che può far sognare i quartieristi aretini e far vincere lance d’oro.

La giostra in quegli anni aveva cavalieri preparati e la dote che i Capitani cercavano, quella più apprezzata era il  coraggio. La sfida al Buratto, lo scontro contro il saraceno, richiede prima di tutto coraggio mentre la tecnica la faceva da padrona a Foligno dove i cavalieri erano molto più numerosi che ad Arezzo. Tuttavia in quegli anni nasce la necessità di andare a cercare fuori il giostratore per due motivi: nel territorio iniziano a scarseggiare i giostratori e non ci sono ricambi validi, le rievocazioni storiche che sono nate da pochi anni mettono in evidenza cavalieri tecnicamente molto bravi. Si dovrà attendere il Tripoli di Porta del Foro, che controcorrente contro le vittorie dei folignati contro le vittorie dei faentini, se ne esce nei primi anni Settanta dicendo di voler correre la giostra con due Cavalieri aretini.

Ma torniamo al Capitano, una delle figure mitiche della storia della giostra al quale diamo noi l’appellativo, in questi anni, di  “Capo popolo“. Uno su tutti? Enzo Piccoletti, rappresentava Porta Sant’Andrea, una persona di riferimento totale sul quartiere, e il consiglio direttivo con il “Capo popolo” aveva sicuramente meno peso sulle scelte di piazza. 

Uno dei Capo popolo è Vittorio Farsetti Capitano dal 1948 al 1970 con l’eccezione per due giostre nel 1958 sostituito da Carlo Dissennati e nel 1959 da Attilio Valentini. Venti anni di Capitanato vincendo 9 lance d’oro di cui cinque consecutivamente dal 1951 al 1954 (record ad oggi imbattuto). Parliamo degli anni tra il 1950 e il 1970 dove il Capitano in quel periodo teneva insieme tutto il quartiere, un vero capo popolo appunto, una persona che cercava i giostratori i quali spesso cambiano casacca di quartiere. “Vittorio Farsetti è un capopopolo dentro e fuori dalla piazza – racconta Giorgio Marmoriniè stato a capo di proteste storiche come  quando non si presentò alla Cerimonia di Estrazione delle Carriere e Giuramento dei Capitani, venne  squalificato e questo è successo altre volte anche quando divenne Capitano Ciuffino nel  ’72.  In quella occasione aveva preso una squalifica, non si presentò all’estrazione delle carriere. Farsetti era una persona molto conosciuta, un personaggio. Quando ci fu la famosa “sfurfurina” tra Porta Crucifera e Porta Sant’Andrea i due popoli si scontrarono per una “questione faentina” fu lui a guidare il quartiere verso Sant’Andrea, fu lui a dire andiamo tutti a Sant’Andrea a vendicarci. Un vero Capo popolo”.

A Porta del Foro troviamo “Il Ghenga” al secolo Eugenio Borgogni. Il Ghenga aveva il quartiere sempre al suo fianco. Artefice di grandi scherzi goliardici: entrava nelle sedi degli altri quartieri prendeva le bandiere e le faceva ritrovare qualche giorno dopo. Borgogni era un leader assoluto in giostra. I giovani si riconoscevano in lui, era un trascinatore e il quartiere lo seguiva in tutto e per tutto. Il Ghenga riusciva a gestire goliardicamente la giostra, una figura che è arrivata fino a noi e che rappresenta un’interpretazione della giostra che oggi non c’è più completamente astratta per i più giovani nostalgica per tutto il resto del popolo giostresco.

I Capitani avevano un ruolo completamente diverso da quello attuale, in quel periodo cambiavano molto meno, erano ben radicati nei quartieri ed era difficile la loro sostituzione. Ricoprendo quell’incarico con il tempo acquisivano molta visibilità e importanza, erano delle figure insostituibili e per questo con capacità e carisma restano al centro del quartiere per moltissimi anni. Questi personaggi hanno segnato in maniera indelebile la storia e le sorti non solo dei propri quartieri ma della Giostra del Saracino. 

Da Vittorio Farsetti a Assuero Pieraccini, loro sono i Capitani che scoprono la scuola dei folignati. Paolo Giusti e Marcello Formica erano i cavalieri di punta della Quintana, i Capitani Capo popolo  “combattono” fuori dalla piazza a colpi di mercato con i nuovi giostratori emergenti forestieri. Giusti conteso da rossoverdi e gialloblu. Assuero Pieraccini si contrappone a Pippo Farsetti, estroso capitano inviato di Tuttosport. Assuero Pieraccini segna la storia di Paolo Giusti sottraendolo a Porta Crucifera portando ad Arezzo quello che oggi, punteggi alla mano, potremmo tranquillamente definire il Re della Piazza. Il carisma di Assuero Pieraccini ai Bastioni è pari ai vari Piccoletti, Farsetti e Borgoni, forse meno appariscente ma molto efficace e con ascendente nel quartiere pari a pochi: la storia della giostra lo attesta. Conquista 4 lance d’oro nel ruolo di Capitano dopo aver fatto la gavetta e il Maestro d’arme, successivamente  diventerà un simbolo di Santo Spirito con un Rettorato ventennale per poi andare a ricoprire il ruolo di coordinatore di regia della manifestazione. 

Enzo Piccoletti era il simbolo di Sant’Andrea è lui che tiene in piedi il quartiere punto di riferimento dei giovani. Di lui però parleremo più avanti quando inizieremo e percorrere la strada per Faenza. 

Un ringraziamento a Giorgio Marmorini per il contributo e la collaborazione

CAPITOLO 1 – DAL REGOLAMENTO AL MITO DEL COSTUME

CAPITOLI 2 – L’INIZIO… DEL MITO