Giostra vera, valori in campo falsi?

Quanto sono veri i molti centri colpiti non solo dai giostratori titolari, ma anche dalle riserve, o addirittura dai giovanissimi? Il responso della 141’ edizione della Giostra del Saracino è impietoso: nulla!

La cronaca:

Rossi, esordiente di Porta del Foro, apre le ostilità con la peggior carriera, e di conseguenza, tiro di tutta la settimana di prove. Lavora sulla partenza e sulla traiettoria, in una carriera che diventa veloce. Inevitabilmente non riesce a completare i movimenti che lo porterebbero sul centro, fermando la punta della sua lancia sul 4 laterale. Come in passato, anche questa volta la Dea bendata non lo aiuta.

Porta Crucifera manda al Pozzo Rauco ‘revisionato’ nella traiettoria della carriera che, ora, lo mette al riparo dal mazzafrusto e dalla perdita della lancia, e nella precisione sul centro. L’unica incognita è la cavallina Romina de Moscheta, esordiente che è chiamata, rispetto alle prove, a sveltire l’azione per non incorrere nella penalizzazione di carriera lenta. ‘Ada’ deve così sveltire l’azione e quasi ci riesce. La punta della sua lancia, sempre alta per impostazione, si ferma alla fine del quattro orizzontale, lambendo il centro.

La Colombina, concentrata e grintosa perchè non abituata a non vincere da 3 anni, anche se in realtà la vittoria manca da una sola Giostra, manda a regolare il conto un motivatissimo Scortecci, ‘animale’ di giostra che capisce l’importanza del momento, non indugia in partenza, corregge subito, prende la traiettoria. Va in mira e colpisce il centro, anche se non netto, che uccide la 141’ disputa.

Si la uccide perchè Montini, giovane ed esordiente, come la sua cavallina Syria, entra in confusione, sbaglia la partenza che interrompe come se fosse alle prove o a Peneto, rischiando di entrare in lizza ed essere escluso dalla Giostra. Il secondo tentativo è ancora peggiore: partenza sbagliata, cambi di galoppo, traiettoria corretta più volte, conseguente interruzione dell’azione del cavallo che porta alla penalizzazione di 2 punti per la lentezza, annullando il modesto 2 colpito alla fine di una carriera dove solo alla fine Montini va in mira e si stende per cercare disperatamente il punto.

Ora le seconde carriere sembrano proprio una formalità. Parsi con Nuvola la svolge velocemente, scappando subito dal Pozzo, il compitino sul solito 4 orizzontale, con una traiettoria che non lo aiuta a completare i movimenti che lo porterebbero sicuramente sul centro. Non è il Parsi del 2019 e nella sezione di prove facoltative, prima della bollatura, lo evidenzia in maniera inequivocabile non riuscendo a colpire il centro, neanche in 3 carriere.

Per i cruciferini, Vanneschi in sella all’esordiente Haflinger di nome Pinocchio, costruisce una buona carriera che cerca di chiudere sul centro, sporgendosi molto sul cavallo. Rimane basso ma ci ha provato con decisione.

Ancora una volta, come era già successo il 18 giugno 2016, a Cicerchia basta un modesto 3 per chiudere i conti. Ma Elia che si era preparato sul 5 lo vuole dimostrare a tutta la Piazza. Da Borgunto costruisce subito una carriera in assoluta tranquillità stringendo leggermente la traiettoria per colpire senza rischi il III romano che cancella come se avesse colpito il centro netto.

A Marmorini spetta il compito di chiudere una Giostra dove i Quartieri sconfitti hanno fatto da contorno allo strapotere di Santo Spirito. Ci vorrebbe un colpo di fortuna, che si chiama lancia rotta e raddoppio del punteggio, sul 4 per andare agli spareggi, sul 5 per vincere. In questi momenti trovare la concentrazione non è mai facile ma lui ci riesce e costruisce la miglior carriera di tutte le 8 disputate, andando a cancellare il centro con una traiettoria precisa, senza sbavature. Solo lui si salva fra gli sconfitti di questa imprevedibile 141esima edizione dove, con solo 8 punti, Cicerchia e Scortecci portano a 11 le vittorie di coppia riacciuffando, a quota 38, Porta Crucifera.

Capitan Geppetti con determinazione va anche oltre, concentrato a superare gli storici rivali, lancia subito il guanto di sfida comunicando che già da lunedì si tornerà a lavorare per vincere anche l’edizione 142 di settembre.

La severa lezione che condanna i tre Quartieri usciti non solo sconfitti, ma con le ossa rotte, da questa imprevista Giostra è che le prove in Piazza non sono state vere, che è 5 non perchè la punta della lancia lo colpisce ma anche perchè lo fai entro il limite temporale di 4 secondi e 85.

Se lo si supera il punteggio scende a 3 e, con il 3, non si va da nessuna parte.

Due mesi e mezzo di intenso lavoro non potrebbero essere sufficienti a colmare il gap se prima, con molta umiltà, non si addiviene ad una severa e veritiera analisi dei risultati. Rimettersi al lavoro dando la colpa alla sfortuna, utilizzare le solite parole di circostanza, mostrando stupore per una cosa che non era prevedibile e confermare la fiducia ai giostratori, all’allenatore e allo staff tecnico, oppure sostenere che la Giostra si vince con la testa, sulla quale bisogna lavorare fin da subito, non porterà alla risoluzione dei problemi perchè gli errori che sono stati fatti puntualmente si riproporrebbero.

Non basterà neppure scimmiottare Santo Spirito, dicendo che si impara dai più bravi. Questa è la scoperta dell’acqua calda, che anzi a ben vedere, semmai l’unico che gli ha tenuto testa è stato solo Tommaso Marmorini, che nulla ha a che fare con quello che si fa dalle parti di San Marco.

Se i Quartieri sconfitti si arroccheranno nelle proprie posizioni e convinzioni, nessuna previsione sarà più indovinata di quella di Gianni Martino che questa coppia e questa squadra l’ha costruita:

’mettetevi l’anima in pace, questi due per diversi anni vinceranno e demoliranno tutti i record, superando anche me’’

Giorgio Marmorini