La Lancia d’oro, che si contenderanno i quattro quartieri nella 141esima edizione della Giostra del Saracino di sabato 18 giugno 2022, sarà dedicata all’Istituto Tevenin, nell’anniversario dei 150 anni della fondazione.
Il bozzetto della Lancia d’oro, al cui bando per la realizzazione, hanno partecipato artisti e/o professionisti che già avevano realizzato e vinto il concorso negli anni precedenti, ha visto trionfare l’architetto aretino nonché Rettore del Quartiere di Porta del Foro, Roberto Felici, che già si era contraddistinto per le sue idee e doti grafiche realizzando il bozzetto, risultato vincitore, nella Giostra del settembre 2016.
Architetto, figlio del popolare e indimenticato Rettore Onorario giallo cremisi Giancarlo Felici, ha tradotto in disegno le sue memorie di bambino che assieme al padre si recava spesso all’Istituto di via Sassoverde. Dalle parole dello stesso Felici, durante la conferenza di presentazione del bozzetto, si è potuto capire l’importanza che riveste il soggetto e che ha rivestito durante il corso della sua vita.

“Il bozzetto rappresenta via Sassoverde di notte, dove si trova l’Istituto Thevenin, che ha il portone aperto dal quale esce un raggio di luce che illumina parte della strada e nella quale in ombra si trovano delle piccole figure, una mamma con due bambini, quasi a significare che questo raggio di luce sia la speranza che aiuta tanti bisognosi di questa città. È una Lancia di facile lettura, orientata anche ai bambini, che possano subito comprendere l’importanza di questa istituzione cittadina. Mio padre è stato per tanti anni il tecnico dell’Istituto Thevenin e da bambino mi portava prima delle principali festività all’istituto per gli auguri alle suore che vi lavoravano, ho ancora nitidi questi ricordi, quindi è doppiamente importante per me’’.

Documentandoci abbiamo potuto risalire alla preziosa e importante storia dello stesso Istituto. La nascita dell’Istituto Thevenin affonda le sue radici nella storia degli Asili Infantili Aliotti ed è da lì infatti che bisogna cominciare. Correva l’anno 1849 quando il Dr. Leonardo Romanelli, Ministro di Grazia e Giustizia del Granducato di Toscana si rivolse al patrizio aretino Francesco Aliotti per invitarlo alla istituzione di asili infantili nella città. Nacque così e con questo scopo un “Comitato di carità” presieduto dal Signor Aliotti. Quando si pose il problema del personale necessario a gestire gli asili, il Dr. Romanelli propose, diversamente da quanto accadeva in altri asili della Toscana, la congregazione religiosa delle Figlie della Carità, ordine fondato in Francia da San Vincenzo de Paoli e presente anche in Italia per gestire istituti educativi ed assistenziali.
Negli anni successivi le religiose iniziarono quest’opera educativa posta nel cuore della città e, successivamente, ampliarono il loro raggio di azione occupandosi anche delle numerose orfane bisognose di soccorso. Sarà proprio suor Thevenin a promuovere l’idea e sostenere la realizzazione della nuova opera, il primo orfanotrofio di Arezzo, che solo dopo la sua morte e in suo onore prenderà il nome di Istituto Thevenin.
L’opera troverà spazio, dapprima, nei locali dell’Aliotti e dopo, a partire dal 1928 grazie alla donazione che il cav. Subiano fece del suo bellissimo palazzo, in via Sassoverde, dove si trova ancor oggi. Il bozzetto è poi affidato alle sapienti mani del maestro intagliatore aretino Francesco Conti, che ha trasformato in concreto le idee e i pensieri di Felici, personalizzando le aste della Lancia D’oro con la sue poliedriche idee, dando il tocco finale alla già stupenda opera.

Alessandro D.