Torna la rubrica “Aneddoti“. Questa volta è Rodolfo Raffaelli, figlio di capitan Ciuffino, a raccontarci l’episodio avvenuto a giugno 2001, quando per un problema di salute il padre non potè scendere in piazza.

“A giugno 2001, anno successivo alla vittoria della 100esima edizione della Giostra del Saracino, il quartiere di Porta Crucifera nonostante viaggiasse sulle ali dell’entusiasmo per le due vittorie dell’anno precedente si trovò ad affrontare un dilemma non di poco conto: a causa di un problema cardiaco il medico proibì a mio padre, il capitano Guido Raffaelli per tutti Ciuffino, di poter indossare il costume da figurante che a causa della sua pesantezza avrebbe potuto creare qualche preoccupazione a livello di salute. Eravamo a pochi giorni dalla Giostra e nel Consiglio direttivo si accesero subito le discussioni: molti personaggi si esposero dicendo che avrebbero preso loro il costume da capitano ma gli animi non erano sereni e non si riusciva a trovare un’ intesa che soddisfacesse tutti. Fu il consigliere Roberto Giustini a sbrogliare il bandolo della matassa dichiarando quanto segue: “Ragazzi io ve capisco che volete fare i capitani… ma qui il Capitano è ancora Ciuffino quindi chi lo sostituirà dovrà essere una persona che obbedisce ai suoi comandi!”.

A quel punto i vari candidati iniziarono a titubare e ad avere un attimo di sbandamento, per me invece fu il contrario e sentendomi tirato in causa mi alzai e dichiarai: “Signori, qui se cercate qualcuno che faccia le veci di Ciuffino in piazza quel qualcuno sono io, sarò la sua controfigura”.

La mia proposta trovò immediatamente approvazione tra i consiglieri e cosi finirebbe la storia, ma permettetemi di aggiungere anche come andò la Giostra.

Come accennato all’inizio si può dire che eravamo il quartiere da battere, avevamo due giostratori forti e giovani come Daniele Gori ed Alessandro Vannozzi, più una dirigenza di grandissimo spessore ed esperienza presieduta dal rettore Aldo Brunetti e appunto da capitan Ciuffino.

Ricordo benissimo che mio padre insieme a Marco Filippetti ed Eugenio Vannozzi controllarono e gestirono tutta la giostra da dietro le logge lasciando a me il solo compito di fare da figura di riferimento per gli armati, ma si può davvero dire che io non feci praticamente niente anche perché con tre mostri sacri in quel modo a dirigere il quartiere in piazza come facevi a non dargli retta? 

Infatti finì che vincemmo anche quella lancia d’oro grazie ai nostri due giostratori, ai nostri preparatori ed al consiglio tutto, con in testa il nostro capitano Guido Raffaelli per tutti Ciuffino. Fra le tante cose di cui gli sono debitore posso aggiungere quella che il mio nome figurerà per sempre nell’albo d’oro di Porta Crucifera anche se per me quella lancia sarà per sempre considerata come la 15esima vittoria di mio padre”.

[Aneddoto di Rodolfo Raffaelli]

Leonardo Maccioni