La prova generale della 142esima edizione della Giostra del Saracino sarà corsa in memoria di Faliero Papini.

Faliero è stato un vero e proprio punto di riferimento per tutta la città di Arezzo con il suo ruolo di imprenditore ed in particolar modo dentro al Quartiere bianco verde, che si è sempre aggrappato a lui nei momenti di difficoltà.

In questo articolo abbiamo chiesto un ricordo di lui alle diverse generazioni di Quartieristi che l’hanno conosciuto.

“Faliero era una persona all’altezza del ruolo che ricopriva, sapeva parlare e collaborare con tutti i quartieristi senza mai far pesare la sua posizione, lui si metteva alla pari con tutti. Uno dei ricordi più belli che conservo del nostro rapporto è il seguente: nel 1982 Sant’Andrea è stato il primo Quartiere ad avere le bandiere “stampate”, cosi come sono tutte quelle di oggi, ma per arrivare a  questo risultato ci volle tutta la personalità di Faliero. Partimmo alla volta di Como (dove c’era un azienda specializzata) io, Faliero e Carlo Fardelli, una volta arrivati però ci venne detto che i tempi di consegna sarebbero stati molto lunghi e che non le avremmo avute in tempo per la Giostra. A questo punto Faliero alzatosi in piedi davanti al titolare dell’azienda iniziò a guardarlo dritto negli occhi, con quello sguardo che aveva solo lui e che incuteva in chiunque lo incrociasse una sorta di timore reverenziale e disse: “ Signore, io so benissimo che lei ce la farà a stamparci le bandiere entro Settembre” , ed alla prima replica del titolare in tutta risposta si avvicinò, gli strinse la mano guardandolo ancora più fisso negli occhi, più da vicino e ripetè: “Io so benissimo che voi ce la farete.”. Inutile aggiungere che le bandiere furono consegnate addirittura in anticipo rispetto alla data preventivata.

Voglio solo aggiungere che Faliero è sempre stato una persona che ha fatto sempre di tutto per tenere unito il Quartiere, anche nei momenti più difficili come quando nel 2002 il Quartiere venne commissariato noi lo interpellammo per farlo rientrare alla guida ma lui ci disse di no, sia perché era già un po’ in la con gli anni, sia per la paura di essere un personaggio divisivo: poi quando alle elezioni il suo nome fu il più votato (da fuori lista!!) una sua storica frase ci fece capire che avevamo nuovamente il nostro amato rettore “Davanti alla volontà del popolo non posso tirarmi indietro”.

Claudio Milesi

“I primi tempi che sono arrivato al Quartiere Faliero Papini era il Rettore di porta Sant’Andrea e vi posso assicurare che incrociare il suo sguardo era un esperienza non adatta ai deboli di cuore. Mi accorgo adesso, a distanza di anni, che per  un adolescente come ero io da poco ambientato nelle dinamiche di piazza, aver avuto una figura di tale spessore come rettore sia stato fondamentale per la mia formazione giostresca. Mi ricordo benissimo infatti di quando Faliero mi insegnò che cosa fosse il “rispetto”: Correva l’anno 2007 e dopo la vittoria di giugno in una Giostra tiratissima con porta Crucifera ci preparavamo a celebrare la cena della vittoria che, come sempre accade, vede invitati anche i dirigenti degli altri Quartieri. Un gruppetto di adolescenti biancoverdi (fra cui il sottoscritto) vedendo scendere da fontanella i dirigenti rosso verdi iniziò ad intonare un canto di sfottò da sotto l’arco di via delle Gagliarde e fu allora che venimmo letteralmente travolti da un Faliero Papini a dir poco furioso con la nostra superficialità e mancanza di rispetto. Fu una figuraccia ed allo stesso tempo una lezione che non dimenticherò mai”.

Leonardo Maccioni

“La prima cosa che mi viene in mente pensando a Faliero è la parola “Fiducia”. Questo perché Faliero è stato un rettore che ha dato fiducia a tante persone, a tanti dirigenti e Giostratori, ed in particolar modo a me personalmente che ho avuto la fortuna di fare il capitano con lui. Grazie al suo inarrivabile carisma ed al suo ruolo di rettore sarebbe stato facile cadere nella presunzione di interferire in dinamiche che non lo competevano ed invece Faliero si è sempre dimostrato una persona intelligente e lungimirante, dando fiducia alle persone di valore che aveva intorno e permettendo cosi al Quartiere di crescere nel suo insieme e di costruirsi un roseo futuro. A vederlo da fuori si sarebbe rischiato di definirlo come una persona un po’ burbera e  dal carattere molto deciso, anche a causa del suo sguardo che ti penetrava quando si volgeva verso di te, ma chi l’ha conosciuto da vicino sa che forse la sua più grande qualità era avere un cuore grandissimo. É stato una persona fondamentale non solo per la mia vita giostresca ma anche per quella personale”.

Andrea Lanzi

”Faliero era una persona autorevole senza essere autoritaria. Certo più di una volta ha fatto valere la sua volontà ed il suo carattere indubbiamente forte, ma è sempre stato anche una persona che dava fiducia alle persone che gli stavano intorno garantendo cosi al Quartiere di crescere in molte sue figure. Una delle cose che ricordo con maggior piacere è il fatto che io fossi una delle poche persone a dargli del tu, non perché mi fossi arrogato questo diritto, ma perché me lo chiese lui un giorno durante un consiglio nei primi anni 90, mi disse: “ Ma se ci si conosce da quando sei nato, dammi del tu!”. Ecco secondo me questa piccola cosa fa capire il fatto che Faliero fosse una persona di un carisma eccezionale, a cui tutti davano del Lei, ma che sapeva sempre essere “uno del popolo” che non ha mai messo di mettere il bene del Quartiere di fronte ai propri interessi ed a volte anche davanti alla propria salute, dato che è arrivato sulla soglia degli 80 anni con ancora il costume da rettore. Ultima cosa che voglio aggiungere come nota personale è che io ricordo di aver conosciuto la mamma di Faliero, la fantastica Isolina, posso dire che nel mio ricordo lui era una vera e propria copia di sua madre, stesso sguardo, stessa vivacità, stessa ironia”.

Gianni Sarrini

“E’ sempre stato per me una persona straordinaria. Mi fece esordire nel 97 (nella Giostra che fu poi annullata) e da li in avanti è sempre stato un punto di riferimento a cui affidarsi in ogni circostanza.

Era il rettore a cui si dava del Lei, una persona di un carisma e di una lungimiranza di altri tempi. Il rispetto che la sua figura suscitava è qualcosa che credo non si sia visto tante volte.

Il ricordo più rappresentativo che ho di lui è questo:

Ero appena entrato a far parte dei giostratori di Sant’Andrea quando lui organizzò una cena con noi giostratori a casa sua, ad un certo punto della cena mi si avvicinò ed iniziammo a parlare di Giostra. Tutti i presenti a quella cena si ricorderanno che io gli dissi: “ Rettore, se vogliamo davvero fare un salto di qualità a livello tecnico abbiamo bisogno di un posto dove andiamo ad allenarci tutti insieme e dove possiamo preparare la Giostra.” Dopo un paio di anni da quella cena il progetto delle scuderie vide la luce, segnando in modo indelebile la storia della Giostra del Saracino non solo per Sant’Andrea ma anche per tutti gli altri Quartieri che ci seguirono. Aveva davvero una lungimiranza fuori dal comune, unita ad una capacità di riuscire a prendere il meglio dalle persone che aveva intorno.

Il mio rapporto con lui andava al di la della Giostra, abbiamo una foto insieme di quando vincemmo la lancia dedicata Giuseppe Verdi mentre esultiamo in tribuna (lui non era già più rettore) che feci stampare a gigantografia e gliela regalai. L’orgoglio che provavo nel vederla appesa in cucina ogni volta che andavo a trovarlo non potrò mai dimenticarlo”.

Enrico Vedovini

“Un personaggio di grandissimo spessore non solo per il Quartiere ma per l’intera Giostra del Saracino. Il mio aneddoto riguarda ottobre 2007, momento in cui Faliero decise che era venuto il momento di lasciare il ruolo di rettore diventato ormai troppo gravoso per la sua età. Un giorno come tanti che ero andato a trovarlo nella sua azienda mi comunicò tale decisione: rimasi stupito e tentai di convincerlo a ripensarci dato che venivamo da una vittoria ed il mandato si sarebbe concluso l’anno seguente. La sua risposta, accompagnata dal suo sguardo glaciale ma empatico allo stesso tempo, fu lapidaria: “Lascio adesso perché voglio che tu prenda il mio posto, in questo modo ti presenterai alle elezioni del prossimo anno da rettore già vittorioso perché noi anche l’anno prossimo porteremo a casa una lancia”. Non posso che aggiungere dunque che senza l’intervento di Faliero forse non avrei avuto l’opportunità di ricoprire il ruolo di rettore del mio Quartiere, ma la lungimiranza di Faliero Papini non ha mai avuto eguali”.

Maurizio Carboni

“Io forse è giusto che racconti di come furono vissute “in casa” le elezioni del 2003 che videro con un vero e proprio plebiscito la sua elezione da fuori lista. Prima delle elezioni era già stato contattato ma, anche grazie ad una calorosa raccomandazione familiare, preferì rifiutare la proposta. D’altronde Faliero al tempo aveva già più di 70 anni, si occupava ancora dell’azienda e tutti sapevano in famiglia che se avesse avuto questo nuovo impegno con il Quartiere ci si sarebbe dedicato anima e corpo come aveva sempre fatto nella sua vita. Quando però vinse comunque le elezioni da fuori lista, ricordo bene la sua contentezza e l’emozione nel sentirlo dire che il Quartiere aveva bisogno di lui e non poteva abbandonarlo. Ricordo anche nel 2007 quando, sulla soglia degli 80 anni, lasciò il ruolo di rettore con la convinzione di aver fatto la scelta giusta ma anche con profondo rammarico perché la sua competitività e la voglia di primeggiare erano rimaste intatte e lo portarono infatti ad essere il rettore più vittorioso di porta Sant’Andrea”.

Gabriele Papini

Evviva il Sant’Andrea!

Leonardo Maccioni