La guida tecnica di Porta del Foro, Giovanni Gianni Cantaloni

"saranno importanti le prime fasi per ritrovare armonia e brillantezza su cavalli e cavalieri occorre lavorare molto bene nei primi giorni delle prove in piazza"

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Proprietario e istruttore del centro ippico “Il Cerchio” Giovanni Gianni Cantaloni e l’equitazione sono una cosa sola: amore, passione e lavoro. La guida tecnica di Porta del Foro sarà ricordato per sempre nella storia giallo cremisi è stata la guida che ha riportato alla vittoria la “Chimera” dopo un digiuno lungo dodici anni. Prima è stato la guida tecnica di Porta Crucifera raccogliendo anche a Colcitrone una vittoria. Palmares non di poco conto due vittorie in quartieri diversi con poche giostre disputate.

Come hai trascorso tutto questo tempo senza giostra, quanto è stata dura.

Eccessivamente dura, in certi momenti sembrava di essere soli a pensare alla giostra, come se non esistesse più. Per quartieristi e addetti ai lavori che hanno tanta passione e amore per il saracino dover stare fermi dava molto fastidio. Lavorare senza obbiettivi assoluti è stato molto difficile.

Programmare il lavoro per cavalli e cavalieri mentalmente e fisicamente non è cosa semplice.

Non essendoci stata una data certa programmare il lavoro non è semplice. La data di una gara è importante per fare un programma di lavoro, quando questa viene meno tutto deve essere rimodulato. Durante la pandemia ci siamo dati degli obbiettivi e abbiamo lavorato dandoci delle certezze e portando avanti i cavalli che non potevano certo essere abbandonati. Abbiamo fatto un programma cercando di rispettarlo come se ci fosse l’obbiettivo certo. Da circa un mese abbiamo iniziato ad aumentare il ritmo per arrivare pronti a settembre.

In questi due anni con il lavoro su quali particolari avete prestato più attenzione.

Sono molto meticoloso cerco sempre di migliorare alcuni aspetti o difetti che cavallo e cavaliere possono avere, lo scorso anno abbiamo cercato di portare avanti il lavoro con cavalli nuovi che abbiamo inserito nella nostra squadra. Stesso discorso vale per i ragazzi più giovani che abbiamo nella nostra squadra tecnica. Siamo molto attenti, vogliamo sempre trovare i nostri difetti assieme ai ragazzi con il lavoro. L’obbiettivo è quello di provare a eliminarli o correggerli.

Lavorando con i tuoi ragazzi ci saranno stati sicuramenti periodi positivi e negativi dovuti al covid.

Per un allenatore è importante tenere sempre alto il morale della squadra in queste situazioni, per di più novità assoluta, ma non è stato certo semplice. L’obbiettivo è trasmettere positività anche se in certi momenti è stato veramente difficile se ripenso allo scorso anno. Io ho sempre cercato di dare il massimo per trasmettere serenità nel lavoro per questo motivo li ho sempre voluti vicini, la lontananza avrebbe complicato ulteriormente le cose. Certo nei momenti in cui sembrava tutto perso e tutto lontano il morale non poteva essere alle stelle. Abbiamo lavorato tanto in modo positivo e propositivo e devo fare i complimenti ai ragazzi per l’impegno e la serietà che ogni giorno hanno messo negli allenamenti.

Istruttore di equitazione il tuo lavoro è quello di allenare cavalli e cavalieri. Quanto è difficile lavorare dentro il mondo della giostra per cavalli e cavalieri che si giocano tutto in quattro secondi.

Dipende tutto da come fai il tuo lavoro, quanto tempo gli dedichi e se lo fai con passione e amore. Personalmente dedico tutto me stesso per questo compito che mi piace e mi appassiona ogni giorno dell’anno. Questo è un lavoro difficile e faticoso ma da anche grandissime soddisfazioni. Quando vedi che il lavoro sul cavallo funziona, quando il cavaliere ti segue e insieme riusciamo a correggere errori o migliorare una impostazione sul tiro, sulla partenza tutto questo per me è una soddisfazione impagabile. Per uno come me che l’insegnamento è il mio lavoro non c’è cosa più bella di vedere che i tuoi insegnamenti vengono messi in pratica. La giostra è faticosa però ti dà grandissime soddisfazioni.

La cosa più bella che ti ha dato la Giostra del Saracino.

Ce ne sono state molte, io ho avuto la fortuna di vincere due giostre. La più grande soddisfazione sicuramente è quando ritorni al quartiere, vedere i volti felici dei quartieristi ti dà una soddisfazione che non riesco nemmeno a descrivere con le parole. Per noi dello staff tecnico dopo tanto lavoro vedere che siamo riusciti a regalare felicità alla gente è una cosa che ti porti dietro per sempre. Questa manifestazione è del popolo, regalare gioia a loro è impareggiabile.

Porta Crucifera prima, oggi Porta del Foro, con entrambi i quartieri hai vinto una lancia d’Oro, c’è stato un episodio che ti porterai per sempre con te.

Sono tanti i ricordi, forse quello più bello per me e anche più intimo è quando sei con i giostratori a Borgunto, quanto ti guardi negli occhi, quello che ti dici, le sensazioni che tutto è a posto. La partenza a giugno 2019, la ripetizione della carriera di Gabriele Innocenti è stata sicuramente quella più grande. Gabriele fece una cosa grandissima, quando siamo ritornati al pozzo dovevo trasmettere tranquillità a cavallo e cavaliere che avevano subito un disturbo importante, non era semplice, ma vedere concludere la carriera a Gabriele nel modo giusto e corretto e aver colpito il cinque è stato bellissimo.

La fase più importante e difficile nella carriera per cavallo e cavaliere.

La partenza. Quella è una fase delicatissima per entrambi dove c’è tensione per l’uomo e l’animale. La partenza ti mette alla prova devi saper gestire mille pensieri tutti insieme. Per il cavallo anche l’impatto contro il buratto non è una cosa di poco conto.

All’interno della squadra tecnica ci sono delle novità.

Davide Parsi ha preso una cavallina nuova “Bianca” molto carina e molto valida che ci potrà dare delle belle soddisfazioni, non aveva fatto mai nulla quando è stata presa ci abbiamo lavorato tanto. Roberto Gabelli anche lui ha un nuovo soggetto “Angelina” una cavalla giovane ma molto interessante che si sta dimostrando un’ottimo soggetto. Abbiamo anche giovani cavalieri come Edoardo Falchetti, Elia Parsi e Samuele Oroni. Sono giovani validi che stanno costruendo il binomio non devono correre ma solo lavorare bene poi le soddisfazioni arriveranno da sole.

Sei soddisfatto della squadra che hai a disposizione.

Si mi trovo benissimo abbiamo lavorato sempre bene e mi sono impegnato per creare una squadra dove ognuno ha dei compiti precisi. Devo dire che sono ragazzi bravissimi a volte mi chiedo come facciamo ad essere sempre presenti e non dire mai no. La sera al termine degli allenamenti mi sento in debito con loro, mi chiedo come facciano a non mollare mai, fanno tutto questo per amore del Quartiere. Sono queste le cose che mi ripagano nel mondo della giostra, abbiamo un bel gruppo che trasmette positività a tutti, questa è la base da dove partire per lavorare bene.

Inizia la fase della preparazione più interessante e più difficile, quali le incognite più grandi per cavallo e cavaliere.

Dopo due anni potremmo avere qualche cavallo che si è dimenticato qualche cosa, qualche cavaliere che è meno brillante del solito, saranno importanti le prime fasi per ritrovare armonia e brillantezza su cavalli e cavalieri occorre lavorare molto bene nei primi giorni delle prove in piazza.