La nostra amata Giostra del Saracino è stata in più occasioni argomento di tesi. È interessante poter vedere la nostra manifestazione da angolazioni diverse, per questo Correr Giostra ha ritenuto importante raccogliere queste tesi e condividerle. Verranno inserite all’interno del sito le stesure realizzate da giovani studenti aretini, che anche se lontani dalla loro città non hanno mai perso la passione per la Giostra.

 

La prima tesi che vi mostriamo è quella realizzata nel 2010 da Saverio Crestini dal titolo “La Giostra del Saracino di Arezzo: un giuoco cavalleresco nel quadro della politica culturale del Fascismo”, laurea in media e giornalismo presso la Facoltà di Scienze Politiche, Università degli studi di Firenze.

 

Saverio nel suo scritto ha contestualizzato la Giostra del Saracino nel quadro politico del tempo, appoggiato dal suo relatore Luciano Bozzo, professore del corso di Studi Strategici. “Ho realizzato la tesi in poche settimane. Trattare in sede universitaria questo argomento era per me scontato, naturale”. 

 

Come nasce la passione per la Giostra?


È qualcosa che ho sempre avuto fin da piccolo e che mi ha sempre accompagnato in ogni fase della mia vita. La sensibilità sull’argomento mi è stata trasmessa da una persona in particolare, il nonno materno Carlo Dissennati, giornalista de La Nazione e scrittore che ha realizzato due libri sulla Giostra del Saracino: “Le Mille Lance del Saracino”, considerato tutt’ora una delle pietre miliari della festa, e “Giostra del Saracino”, librocon bellissime illustrazioni fotografiche di Tavanti. Carlo maturò queste conoscenze grazie ad importanti esperienze di Giostra: è stato Capitano vittorioso di Porta Crucifera nel 1958, coordinatore di regia, membro della giuria, membro del Consiglio della Giostra e presidente del Gruppo Sbandieratori per 32 anni. Anche il mio bisnonno Rinaldo Mugnai ha influito, in quanto è stato il primo Rettore vittorioso della storia di Sant’Andrea nel 1933. Posso dire di aver preso a tutti gli effetti il DNA dei miei nonni che mi hanno portato ad amare ed apprezzare il Saracino in maniera viscerale”.

 

C’è stato stupore da parte del tuo relatore nella scelta dell’argomento?


“In realtà no. Non è stato un caso che ho discusso la tesi con il prof. Luciano Bozzo. Ho frequentato
 i suoi corsi e fin da subito è stato amore a prima vista, nel senso culturale e accademico del termine. Lui conosceva già il mio retroterra storico dal punto di vista giostresco, essendo un grande amico di famiglia. Ovviamente abbiamo fatto una doverosa analisi su come riuscire ad incastrare  l’argomento nel suo corso di studi Strategici”.

 

Come sei riuscito a trovare le informazioni necessarie?


“Ho preso in considerazione tutti i libri sulla Giostra
 realizzati fino a quel momento e ho passato giornate intere nell’archivio storico della Biblioteca di Arezzo, immerso a sfogliare documenti, opere ed enormi faldoni che custodivano gli articoli di giornale dell’epoca come La Nazione e Giovinezza, quotidiani che trattavano il tema della Giostra. È stato facile trovare le informazioni di cui avevo bisogno, ero consapevole di dove fossero e di quali fossero”.

 

 

Chi ti ha aiutato nella stesura della tesi?


Tecnicamente il professor Luciano Bozzo mi ha dato delle linee guida da seguire, indicandomi alcuni libri importanti da studiare come “Piccole patrie” di Stefano Cavazza e “La terra in Piazza”, un’opera sul Palio di Siena di Falassi e Dundes. Sono stati ottimi spunti per capire come potermi muovermi. Spiritualmente mi ha aiutato mio nonno Carlo: a volte mi sembrava di trovarmi accanto a lui nei miei studi. Ripensarlo negli anni 60 in quella stessa Biblioteca alla ricerca di appunti e documentazioni che riscriveva con la sua macchina da scrivere e poi rivedermi nel 2010 a riprendere in mano quelle carte e riportarle sul mio computer mi ha scaldato il cuore. In tante situazioni ci siamo ritrovati nella stesura di questa tesi ed è stata un’emozione bellissima che mi ha fatto capire come le persone care, anche se non ci sono più, le puoi ritrovare in ogni momento della tua vita”.

 

 

Quali sono stati gli argomenti più interessanti?


Di base volevo scoprire il perché si corre la Giostra ad Arezzo fin dai tempi antichi, come tutto è nato. Sicuramente è stato bello capire come erano costituiti i quartieri, facendo una ricerca accurata anche sui due rioni che hanno partecipato alla giostra del 1931, Porta Burgi e il rione di Saione. È stato interessante analizzare la figura di Buratto, usato nel 1935 come mezzo di propaganda dal Fascismo per stimolare gli aretini ad arruolarsi ecombattere in Libia, capire come un cenacolo di intellettualiaretini sia riuscito a strutturare in poco tempo una macchina perfetta tramite ricerche storiche e studiando anche le contrade di Siena, creando però qualcosa di unico nel suo genere”.

 

 

Dopo la tesi è seguita la stesura del libro “Arezzo 1931. La rinascita del Saracino.


È stato semplicemente la naturale prosecuzione di una base già solida. Il libro ha come valore aggiunto una ricerca più accurata, contesti più dettagliati, contributi di storici e personaggi aretini e un archivio di grande spessore: le fotografie, non a caso, sono state il valore aggiunto dell’opera. Sapevo che il libro doveva nascere, la tesi è stata un trampolino, ma avevo già in testa di scriverlo, anche come tributo a mio nonno Carlo. Ho portato avanti una tradizione di famiglia e ne vado orgoglioso.

 

Sogni nel cassetto?


Vorrei continuare a lavorare per il bene della Giostra e contribuire a migliorarne le dinamiche, ma soprattutto cercare disensibilizzare la città al valore di quella che ormai non è più una semplice manifestazione, ma una festa di popolo. Non sarà un cammino facile, perché la Giostra è un mondo complicato, ma ho un carattere molto testardo e quando mi metto in testa una cosa faccio di tutto per ottenerla. Poi quando avrò tempo, vorrei tanto scrivere un nuovo libro su questo mio grande amore e tormento chiamato Saracino”.

 

Tesi di Laurea Saverio Crestini