Giostra del Saracino: 10

Il commento di Giorgio Marmorini sulla 142esima Giostra del Saracino

0
1055

La 142’ edizione della Giostra del Saracino riporta, dopo oltre 36 anni, il Quartiere di Porta Santo Spirito solitario in testa all’Albo d’Oro, con 39 successi. In 10 anni di giostre, escludendo il covid, si sono concentrati i 13 successi della Colombina, caratterizzati da ‘Cappotti’, ‘Triplete’ e serie consecutive di vittorie. Se il ‘Profeta’ di tutto questo è stato Gianni Martino, non vi è dubbio che oggi gli allievi (Giostratori, Rettore e Capitano) hanno superato il maestro. Alla base di questi successi ci sono tre cose da evidenziare.

Prima di tutto ‘la mentalita vincente’ che da subito ha caratterizzato la dirigenza di Ezio Gori, che all’inizio, a più di uno, è apparsa sfrontata e presuntuosa. Oggi tutto questo è solamente la consapevolezza dei propri mezzi. Realismo.

La ’Tecnica’, quella con cui Martino ha plasmato i due giostratori, facendo apparire semplice quello che invece è estremamente complesso. Elia era un talento naturale, nel tempo la sua capacità’ equestre è cresciuta senza perdere quella di trasformarsi in gara, diventando spietato quando le difficoltà aumentano. Gianmaria era un cavaliere formatosi nel salto ostacoli che ha imparato, e come, a fare il giostratore, l’allenatore e il leader, ma senza mai metter in ombra Elia a cui, anche nel massimo del successo gli ha riconosciuto il ruolo di guida. Le sue parole nell’ attribuire ad Elia il merito della vittoria di domenica sono di estrema stima e generosità: ‘’e’ l’emozione più grande di sempre’’ sottolineando il fattore umano che lega tutto il ‘gruppo gialloblù’ e che Capitan Geppetti spesso racchiude con sintesi efficace nella parola: famiglia.

Il terzo è il ‘Lavoro’ (tanto lavoro) che non si interrompe mai, già da lunedì dopo la Giostra, sia dopo la vittoria che dopo la sconfitta.

La programmazione è alla base di tutte le scelte: sui cavalli, sugli allenamenti metodo Pelosi, sulla preparazione dei giovani Elia, Taverni e Pineschi e del fratello Niccolò. Nulla avviene per caso.

Facendo un breve bilancio del 2022:

Due Giostre Vinte, una Prova Generale Vinta, una persa al secondo spareggio quella di giugno, nove cavalli presentati alle Prove Ufficiali e tutti di proprietà del Quartiere di Santo Spirito.

C’è mancato veramente poco per ‘sparecchiare’ come si dice ad Arezzo.

Con queste premesse si è corsa domenica un’edizione spettacolare della Giostra del Saracino, Festa di Arezzo.

Quando dico Festa introduco un concetto diverso da ‘gara’ perchè voglio rimanere attaccato allo spirito della Giostra dove, per fortuna, non vince sempre il migliore ma i Quartieri  partono sempre con il 25% di probabilità di vittoria, con penalità e premi che possono fare la differenza.

Festa che ha potuto fare Porta Crucifera nel settembre 2021 rompendo la lancia e raddoppiando il punteggio. Così nonostante i dieci punti realizzati dai Gialloblu, la lancia è andata alla storica nemica che cerca di difendere con i denti un primato che sa bene inevitabilmente dovrà perdere, e ieri lo ha perso.

La distanza tecnica è troppa, per capirlo basta considerare che senza la rottura della lancia del cruciferino Rauco, Santo Spirito avrebbe vinto le ultime quattro edizioni portando a 40 le vittorie complessive, lasciando a 37 Porta Crucifera con Sant’Andrea.

Ma come ho detto, la Giostra del Saracino è la Festa di Arezzo che si divide in quattro popoli dove anche i migliori, i favoriti, gli imbattibili, possono prendere un rigo.

Per la legge dei grandi numeri, dopo sette centri consecutivi, record di sempre, Scortecci tocca appena il ‘centro’ e realizza solo quattro punti nella prima carriera di spareggio offrendo a Porta Crucifera, che aveva ottenuto dai propri porta colori, finalmente dopo cinque anni, quei centri che gli danno la possibilità’ di ribaltare il risultato, di tornare di nuovo sola in testa all’albo d’oro, di smentire tutti i pronostici.

Anche Capitan Geppetti, come ci ha dichiarato alla fine dopo la vittoria della Giostra, ha sentito in quel momento ‘muoversi la terra sotto i piedi’.

Il rossoverde Rauco portandosi al Pozzo, con determinazione cerca di colpire il centro ma anche di non marcare meno di 4 punti, necessari per rimandare al secondo spareggio la contesa.

Così viene fuori un quattro laterale ‘lontano’ dal centro che rimanda alle seconde carriere di spareggio l’esito finale.

 Errore che si è dimostrato fatale perché Cicerchia questa Giostra la vuole vincere in tutti i modi per poi abbandonarsi ad un pianto liberatorio per scaricare tutta la tensione che purtroppo lo ha accompagnato per troppi giorni, con tutto il mondo della Giostra che si è subito stretto intorno a lui.

Se fosse stato richiesto ad un regista di rappresentare quanto è accaduto, difficilmente sarebbe riuscito ad equagliare la realtà e le emozioni che abbiamo vissuto con Elia.

Passando alla cronaca possiamo dire che, dopo tanti tentativi mancati è arrivata la Giostra sul dieci che ti manda agli spareggi. Era nell’aria perché i tanti centri realizzati in prova, ormai superano i quattro punti, per non parlare dei tiri sul tre o sul due, o addirittura sull’uno che ormai si contano nelle dita di una mano.

Sintomatico è che questo punto nel cartellone viene cercato, e anche realizzato, da subito non dalle riserve, ma dai giovanissimi di Porta Crucifera e Porta del Foro già dalle prime esperienze in Piazza Grande. Questo perché ora la disputa si gioca sul centro e il quattro non lo tira più nessuno, ma diventa la conseguenza di un tiro impreciso sul cinque.

Stiamo rivivendo gli anni ‘80 quando in poco tempo tutti i giostratori furono capaci di colpire con continuità il quattro laterale, spesso sul numero romano.

La cronaca ci consegna otto carriere ordinarie dove ai centri della Colombina e dei Cruciferini, si aggiunge, in ultima carriera, Sant’Andrea che può sperare solo nella rottura della lancia per vincere la Giostra, quello di Saverio Montini che riscatta il deludente esordio di giugno.

Scortecci, Rauco e Vanneschi disputano tre carriere precise e pulite, mentre Cicerchia deve respingere il tentativo di disturbo dei biancoverdi che riescono a complicargli la traiettoria, senza però’ riuscire ad impedirgli di chiudere comunque sul centro.

Porta Sant’Andrea che manda al Pozzo Marmorini, reduce da due centri consecutivi, non riesce a pareggiare i conti con Santo Spirito e Colcitrone che cerca anche di disturbargli la carriera, senza però riuscirci. Capitan Gavagni cerca di convincere l’esordiente Maestro di Campo Fabio Butali a far ripetere la carriera, ma questi, avvalendosi del proprio vice ed ex giostratore Gabriele Veneri, rimanda giustamente al mittente la richiesta e dà carriera valida.

Aggiungiamo giustamente perché è vero che c’è stato il tentativo di disturbo ma, a termini di regolamento, non avendo la traiettoria del cavallo avuto nessun cambiamento, è da ritenersi non influente.

Per Porta del Foro il discorso è un po’ più articolato.

Parsi, che porta all’esordio Biancaneve, una cavallina di 10 anni che durante le prove non ha manifestato nessun problema in partenza e sulla lizza percorre traiettorie precise, si riprende il posto di protagonista affiancando i migliori. Ottimi i suoi tiri sulla Targa ed evidente la sua ritrovata sicurezza che lo fanno preferire a Rossi per pareggiare subito i cinque punti di Santo Spirito.

Con un’ottima carriera, conferma tutto e colpisce il centro della Targa di Buratto. Ma, dopo una lunga misurazione, la Giuria verifica che per pochissimo ha marcato punti quattro.

Così quando il secondo giostratore Rossi va al Pozzo, non basta neppure il cinque per rientrare in corsa, perché Cicerchia ha portato a dieci i punti totali dei gialloblu.

Solo la rottura della lancia potrebbe risolvere la situazione e basterebbe il quattro, senza prendersi inutili rischi. Punteggio che viene conseguito sulla croce verticale, ma senza la rottura della lancia.

Fine della corsa.

Due cose vogliamo dirle. La prima: il quattro verticale, alto e sopra il centro ci suggerisce che sia stato cercato proprio il cinque. La seconda: per un’intera settimana le carriere del Tallurino hanno evidenziato difficoltà che in passato non avevamo colto. La possibilità di dover correre con la cavallina Penelope si è realmente manifestata. Tutto questo non aiuta sicuramente il giostratore. Per la cronaca, la carriera di Giostra di Rossi su Rocky, mi è sembrata la migliore fra quelle fatte in settimana.

Porta del Foro non mi è piaciuto, semplicemente perché non è riuscito ad esprimere le proprie potenzialità. Se oggettivamente Parsi è cresciuto e il binomio con Biancaneve è quello su cui puntare per il futuro, per Tallurino il discorso e invece all’opposto, si è messo in discussione un binomio che fino ad oggi si era dimostrato molto affidabile. Gli errori, specialmente in partenza ci sono, non lo neghiamo, i cambi di galoppo anche, ma si tratta di cose che già conoscevamo da prima.

Chiudiamo dicendo che Porta Crucifera esce a testa alta, nonostante la sconfitta ha avuto la possibilità di vincere senza la fortuna ma per le proprie capacità. Non deve però’ pensare che i dieci punti siano un livello acquisito, anzi deve prendere delle scelte forti e radicali per ripetersi a questi livelli in futuro.

Chiudiamo con Sant’Andrea che ha trovato in Montini la risposta più attesa e gradita, che non vale certo la vittoria della Giostra ma immette fiducia sul futuro. Il quattro di Marmorini, ci può stare, non cambia niente.

1’ carriera Porta Santo Spirito (Scortecci /Doc) 5

2’ carriera Porta del Foro (Parsi/Biancaneve) 4

3’ carriera Porta Crucifera (Rauco/Pia) 5

4’ carriera Porta Sant’Andrea (Marmorini/ConteDarko) 4

5’ carriera Porta Santo Spirito (Cicerchia/Olympia) 5

6’ carriera Porta del Foro (Rossi/Rocky) 4

7’ carriera Porta Crucifera (Vanneschi/Pinocchio) 5

8’ carriera Porta Sant’Andrea (Momtini/Syria) 4

1’ spareggio Porta Santo Spirito (Scortecci /Doc) 4

2’ spareggio Porta Crucifera (Rauco/Pia) 4

3’ spareggio Porta Santo Spirito (Cicerchia/Olympia) 5

4’ spareggio Porta Crucifera (Vanneschi/Pinocchio) 4

 

La Giostra è finita e come scriveva nella Nazione l’amico Carlo Dissennati: ha vinto Arezzo.

 

                                                                                                     Giorgio Marmorini