“Un bravo Maestro di Campo è colui che il giorno dopo non viene neanche menzionato..”. Abbiamo incontrato Carlo Umberto Salvicchi che svolgerà il sempre più delicato ruolo di Maestro di Campo per la giostra di settembre.

La sua riconferma è la testimonianza di un lavoro ben svolto?

“Sono grato alla magistratura della giostra per avermi confermato. Come ho sempre fatto, nei vari ruoli ricoperti, 4° aiutante, vice maestro a piedi e a cavallo, maestro, ho cercato di dare il massimo e di fare squadra. Lo stesso sarà a fine estate”.

Quale è lo stato d’animo di un uomo che riveste il suo ruolo in questo preciso periodo, ossia tra una Giostra all’altra mentre la maggior parte delle persone tende a rilassarsi per le ferie estive? Come si sta preparando fisicamente e psicologicamente?

“La mia tendenza è seguire e vivere le notizie che riguardano la giostra. Nelle settimane precedenti al giuramento e alle prove, sarà mia premura prepararmi come sempre fatto, ristudiando il regolamento, guardando qualche giostra passata e riflettendo su alcuni aspetti da tenere d’occhio, di concerto con tutti i collaboratori. Voglio prendere questo incarico senza eccessivo stress, ma allo stesso tempo col giusto impegno e dedizione”.

La settimana della giostra di giugno ha vissuto non poche criticità e dettagli da migliorare. Cosa cambierebbe o riconfermerebbe se potesse andare indietro nel tempo?

“La giostra di giugno ha vissuto alcune modifiche nello svolgimento delle prove e nell’inserimento della giostra simulata. E’ normale che vadano testate per renderle al meglio. Il fattore meteorologico poi, ci ha messo del suo. Aspetterei questa edizione di settembre per dare un giudizio. Il Saracino deve, a mio parere, rimanere fedele all’impianto che la gloriosa tradizione ha forgiato. Non sono personalmente contrario a lievi modifiche che vanno verso una direzione più gradevole e al passo con i tempi. Senza, ribadisco, stravolgerne lo spirito, oggi più che mai, vivo ed affascinante”.

Esiste un Maestro di Campo del passato a cui fa riferimento, prende esempio o addirittura ha preso come modello da seguire?

“Il ruolo del maestro di campo con il tempo si è modificato. Come quello dei giostratori e dei quartieri, d’altronde. Ammiro i personaggi del passato che hanno rivestito questo ruolo e sono onorato di averlo umilmente ricoperto. Avere qualcuno a modello è difficile per questa motivazione. Posso dire che aver cominciato con Dario Bonini purtroppo per poco tempo, aver fatto tesoro dei consigli di Massimo Malatesti e soprattutto aver fatto per anni il vice a Ferdinando Lisandrelli, mi ha molto aiutato. Non c’è una scuola per questo ruolo. Le mie caratteristiche sono quelle di aver avuto esperienze minori in questo ruolo altrove, amare il cavallo, non aver avuto esperienze di nessun genere all’interno dei quartieri; poi aver seguito da spettatore ed estimatore la giostra da tanti anni. Per queste motivazioni fui chiamato a far parte della squadra, facendo tutta la gavetta, passione, rispetto, preparazione, ascolto, obiettività e indipendenza. Queste sono le caratteristiche a cui cerco di essere fedele. Certo che, il miglior maestro di campo, è quello di cui il giorno dopo la giostra, non ne parla nessuno”.

intervista di Elisa Pieschi