Questa mattina nella Sala del Consiglio Comunale è stata presentata la Lancia d’oro della 141esima edizione della Giostra del Saracino dedicata all’Istituto Thevenin in occasione del 150° anno della sua fondazione che ricorreva nel 2020 (anno in cui le giostre sono state annullate causa Covid). L’opera come di consuetudine è stata realizzata dalle mani del Maestro Francesco Conti che ha saputo, nel migliore dei modi, concretizzare l’dea del bozzetto vincitore disegnato da Roberto Felici, architetto e rettore del Quartiere di Porta del Foro. Nella parte superiore sono stati inseriti alcuni disegni dei bambini del Thevenin che impreziosiscono ancora di più il valore di questa opera. La lancia resterà custodita in palazzo comunale fino a questa sera, quando al termine della cerimonia dell’estrazione delle carriere, verrà trasferita in Cattedrale dove resterà fino a sabato 18 giugno, giorno della Giostra.

Il saluto del sindaco Alessandro Ghinelli ha aperto la tradizionale cerimonia: È davvero un piccolo capolavoro, quello che il Maestro Francesco Conti ha realizzato per la Lancia doro dedicata a Casa Thevenin, omaggio doveroso ad uno degli istituti di riferimento della città e tra quelli che più la rappresentano nella sua identità solidale. Il disegno evocativo e carico dsuggestioni di Roberto Felici ha trovato compiutezza e si è concretizzato in unopera raffinata il cui valore artistico è reso ancora più prezioso dal richiamo al profondo legame che esiste tra il Thevenin e Arezzo. Una combinazione che, sono certo, rende questa Lancia particolarmente ambita, per una Giostra che torna finalmente ad essere vissuta nella sua pienezza, in città, nei quartieri e in piazza”.

Una lancia la cui realizzazione è stata sostenuta attraverso il progetto “Adotta una lancia.

“N
el momento in cui insieme al sindaco abbiamo pensato di introdurre dei partner che ci aiutassero nell’organizzazione della manifestazione c’è stata subito grande risposta precisa il consigliere comunale delegato alla Giostra Paolo Bertini per cui ringrazio Nuova Comauto che ci ha aiutato per la realizzazione del trofeo adottando la Lanciae ringrazio le tre aziende del comparto orafo aretino, Chimet, Orchidea Preziosi e Chimera Gold, che hanno sostenuto la sponsorizzazione delle tribune in Piazza Grande. Risorse importanti per la crescita della manifestazione. E poi un ringraziamento al Maestro Francesco Conti che, come al solitoha realizzato unopera d’arte straordinaria. Ci siamo, da oggi si aprono le danze, stasera con l’estrazione delle carriere e poi da domani si entrerà nel vivo tornando a correr giostra finalmente secondo la nostra tradizione. Buona Giostra a tutti.

Il trofeo, come già anticipato, è stato realizzato grazie al contributo di Nuova Comauto, da qualche settimana nuova concessionaria Renault, Dacia e Alpine ad Arezzo che ha deciso di inaugurare il proprio arrivo in città legandosi ad una delle principali manifestazioni del territorio: Siamo davvero contenti della collaborazione che si è venuta a creare con la Giostra del Saracino commenta Gabriele Terreri, responsabile commerciale di Nuova Comauto. Conoscevamo il blasone della manifestazione ma viverla da dentro è tutt’altra cosa. Sono ormai due mesi che siamo ad Arezzo e fin dall’inizio nutrivamo l’idea di instaurare una collaborazione con questo evento così importante per la città. Di questo dobbiamo sicuramente ringraziare lamministrazione comunale che è stata collaborativa fin da subito: vedere i vessilli dei quattro quartieri spiccare sulla Renault Zoe 100% elettrica che abbiamo consegnato, ci dà grande soddisfazione e, metaforicamente, rappresenta un incontro tra il passato e il futuro, tra la tradizione e l’innovazione. Da metà aprile abbiamo cominciato questa avventura ad Arezzo con grande entusiasmo e la risposta della città è stata positiva fin da subito, questo ci fa molto piacere e ci stimola ovviamente a migliorarci ogni giorno nel nostro lavoro in una piazza così prestigiosa come quella aretina.

Il bozzetto da cui è partito il Maestro Conti per realizzare il trofeo è dell’architetto e rettore di Porta del Foro, Roberto Felici che nella sua relazione aveva così descritto il progetto: L’idea nasce dalla peculiarità dell’Istituto Thevenin, istituzione benefica che affonda le sue radici nella storia cittadina e che è da sempre rivolta ai bambini e alle mamme che si trovano in situazioni di disagio sociale. Io ho scelto di disegnare un’impugnatura che sia severamente didascalica. Che racconti una storia, una favola ai bambini, e che sia quindi immediatamente comprensibile e di facilissima lettura, disegnata come se fosse fatta con le costruzioni con le quali giocano i bambini. Mi sono immaginato una strada, via Sassoverde, di notte, al buio, rischiarata solamente da qualche lampione, nella quale si apre il portone dell’Istituto Thevenin dal quale esce potente un raggio di luce,una luce che diventa speranza per i piccoli e un riferimento per tutta la città. Un faro di solidarietà nel buio della vita. Un cono di luce che taglia la notte e nel quale si staglia la figura di una mamma con due bambini che si appresta ad entrare nella luce, dentro il portone dell’Istituto. Il Maestro Conti ha aggiunto Roberto Felici durante la presentazione del trofeo è stato geniale, ha migliorato tantissimo la mia idea iniziale, siamo riusciti in maniera anche piuttosto complicata a illuminare la Lancia in maniera innovativa per dare quell’idea di luce che avevo e il risultato è straordinario”.

E una grande soddisfazione presentare questopera dedicata ad un tema tanto importante per la nostra città quale è il Thevenin e devo dire che è secondo me una della lance più belle da me realizzate prosegue il Maestro Intagliatore Francesco ContiIn basso ho realizzato la Torre in rosso per sostenere idealmente il bozzetto di Roberto Felici che aveva immaginato la città di notteriportando in scultura nellelsa gli elementi prospettici del bozzetto con un risultato molto particolare. Proseguendo nellasta ho immaginato lalbero della vita, quattro bambini di nazionalità diverse e questa idea di intagliare in rilievo nellasta i disegni dei bambini, come fogli attaccati ad un albero. Così ho chiesto ai piccoli ospiti di Casa Thevenin di realizzare liberamente i loro disegni che ho riproposto in scultura dando un valore simbolico ancor più importante al risultato finale.

Commento di rito anche per i rettori dei quattro quartieri a partire da Andrea Fazzuoli, rettore di Porta Crucifera: Il Thevenin è un istituzione cittadina con cui come quartiere collaboriamo tantissimo e sarebbe un onore poter avere questa Lancia nella nostra sede.

Giacomo M
agi, vice rettore di Porta Santo Spirito: “Nell’innocenza dei bambini che hanno fatto i disegni utilizzati dal Maestro Conti ho visto una figura gialloblu che spero sia di buon auspicio per il nostro quartiere.

Roberto Felici, rettore di Porta del Foro: E una lancia che rappresenta in maniera perfetta e simbolica l’Istituto Thevenin e noi siamo pronti a giocarcela.

Per ultimo Maurizio Carboni, rettore di Porta Sant’Andrea: Faccio i miei complimenti a Roberto Felici cha ha ideato il bozzetto e a Francesco Conti che lha trasformato in una lancia bellissima, e grazie ovviamente agli sponsor che danno il loro sostegno perché si tratta di azioni molto importanti per la Giostra e per la città.

Luca Berti, consulente storico della Giostra del Saracino ha tratteggiato poi le origini dell’Istituto Thevenin la cui nascita affonda le Radici nella storia degli Asili Infantili della città istituti nel 1849 con la costituzione del “Comitato di carità” presieduto da Francesco Aliotti e affidato, nella gestione, alla congregazione religiosa delle Figlie della Carità che negli anni successivi prestarono la loro opera educativa occupandosi anche di orfane bisognose di soccorso. Nel 1870 suor Gabriella Thevenin si fece promotrice, donando tutti i suoi averi, della realizzazione del primo orfanotrofio di Arezzo che assunse il suo nome dopo la morte. L’opera trovò spazio dapprima nei locali dell’Aliotti e dopo, a partire dal 1928, in via Sassoverde, dove si trova ancora oggi. La missione di Casa Thevenin è cambiata negli anni rimanendo però fedele allo spirito di servizio espresso dalla sua fondatrice. L’Istituto non si occupa più di orfanelle ma cerca di dare risposta alle necessità di oggi accogliendo mamme con bambini in situazione di disagio e minori che necessitano di un momentaneo supporto educativo.

Infine, il saluto di Sandro Sarri, presidente di Casa Thevenin: Voglio ringraziare sentitamente chi ha pensato a questa dedica, chi ha ideato il bozzetto e chi ha realizzato questa lancia bellissima ma soprattutto porto i ringraziamenti veri e sinceri delle suore vincenziane Figlie delle Carità di cui anche suorGabriella Thevenin faceva parte. Se siamo qui oggi, se cè questa dedica, se 150 anni hanno voluto dire tante possibilità per moltragazze, molte orfanelle, molte mamme, molte donne in situazioni di disagio è grazie a loro che fino al 2016 hanno retto da sole le sorti dellIstituto. Oggi Casa Thevenin si fonda su personale totalmente laico poiché le suore, diminuendo di numero, sioccupano soltanto dellIstituto Aliotti, ma cerchiamo di portare avanti quei principi e quei valori che ci hanno insegnato.