Alberto Branchi, capitano di Porta Crucifera, nato e cresciuto ai Cappuccini, in pieno territorio rossoverde, vicino di casa del plurivittorioso Rettore Aldo Brunetti. Da ragazzo si è vestito per musici e sbandieratori mentre dal 2005 entra in piazza con i colori rossoverdi. Ha ricoperto il ruolo di Cancelliere e Maestro d’Armi.

Ripartiamo dalla Giostra di giugno dove il Quartiere di Porta Crucifera ha visto l’esordio di Paffetti.

“L’esordio è sempre un passaggio molto difficile, nel nostro caso abbiamo cercato di curare ogni possibile evenienza anche se non ti puoi mai preparare a pieno ad una situazione del genere e alla piazza, riuscendo a far fronte a tutte le emozioni e le situazioni che si verificano. La piazza è la piazza. Il grande carattere del ragazzo unito al grosso lavoro di preparazione fatto sia sui cavalli che su Niccolò ha permesso di far sì che, al contrario di altre esperienze passate, si verificasse un esordio molto buono con un tiro molto vicino al centro”.

Come vi state preparando alla Giostra di settembre?

“Ci stiamo preparando al meglio, stiamo cercando di rifinire quel millimetro che ci manca per riuscire ad arrivare al 5. Lavoriamo molto anche sulla mentalità, sulla testa. Sapevamo che a giugno sarebbe stato difficile visto l’esordio di un cavallo e di un giostratore. Il Quartiere è dentro ad un processo di cambiamento, che sappiamo debba per forza essere a medio-lungo termine, ma siamo molto fiduciosi”.

Aspettative per settembre?

“Qualche giorno fa sono diventato padre, è nato Lapo, mio figlio, ma nei giorni precedenti al suo arrivo ero già abbastanza sotto pressione. Comunque le aspettative sono quelle di potercela giocare con tutti e quindi di poterla vincere. Ci hanno dato tutti per spacciati definendoci indietro, mentre secondo me la Giostra di giugno ha evidenziato più lati positivi che negativi; alla fine siamo in un processo di cambiamento totale anche nelle metodologie di lavoro e tutte le Giostre per noi sono banchi di prova dove dobbiamo migliorare in qualcosa. Abbiamo avuto delle difficoltà legate purtroppo anche a delle sfortune e alla fine è andata meglio di come poteva andare. É chiaro che noi siamo Colcitrone e dobbiamo sempre dare il meglio di noi e dobbiamo sempre lottare. Forse ci è mancato quel pizzico di fortuna che altre situazioni in altri quartieri hanno evidenziato”.

Progetti futuri del Quartiere e come lo vedi tra qualche anno?

Stiamo investendo molto sul campo prova che finalmente è stato acquistato ed oggi è di proprietà del Quartiere. Sono solo un ricordo quelle riunioni interminabili dove non possedere un campo prova era un problema. Stiamo acquistando cavalli e cercando di arrivare ad una nostra dimensione, ad un nostro progetto che non è una copia degli altri ma è davvero il nostro progetto, poi se funzionerà lo diranno i posteri. Certo, c’è il rischio che io sia il capitano di un altro sorpasso o di due sorpassi da parte dei due quartieri però sono fermamente convinto che qualcuno godrà dei frutti del mio lavoro e questo è importante. Basi solide per un futuro prosperoso. Perché siamo tutti di Colcitrone e quello che vogliamo tutti è che vinca Colcitrone”.