Intervista al Rettore di Porta Crucifera Andrea Fazzuoli

"Fare il Rettore è stupendo e mi ha arricchito tantissimo anche a livello umano. Però è un impegno davvero provante, anche da conciliare con il lavoro e la famiglia"

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Partiamo dalle emozioni che si provano a vincere da Rettore a Porta Crucifera la Lancia d’Oro.

Fortunatamente ne ho vinte tante di Lance con il mio Quartiere, sia da ragazzo che come figurante o dirigente, però ogni volta è sempre un’emozione bellissima. Da Rettore chiaramente vale doppio, portare alla vittoria Colcitrone indossando il vestito più ambito e di responsabilità è stato davvero unico.

Questa vittoria è arrivata al termine dei tre anni, come se aveste voluto aspettare l’occasione più importante e storica come l’edizione per i 90 anni dalla rinascita. Allora è vero che Colcitrone quando deve fare i conti con la storia risponde presente?

Possiamo dire che è nel nostro DNA, Colcitrone è la storia della Giostra. Forse è di conseguenza che in queste date così importanti Porta Crucifera non possa mancare l’appuntamento. Saranno casi, ma la storia dice questo, evidentemente è un Quartiere che quando il momento lo richiede riesce a dare il meglio di sé.

Con la vittoria del 5 settembre Colcitrone è tornato primo da solo nell’albo d’oro ove primeggia da ben 36 anni, cosa significa e da cosa è dovuto?

Possiamo dire che è frutto di una mentalità alla vittoria che evidentemente si tramanda. Una voglia e una determinazione di scendere sempre in piazza per provare a vincere e di migliorarsi, e spesso ci riusciamo, talvolta per bravura qualche volta anche aiutati dalla sorte. Se sono quasi 40 anni davanti forse c’è qualcosa “in più” che ci guida.

Questi sei anni di astinenza, acuito dalla pausa forzata dovuta al Covid, di contro forse ha portato un calo di entusiasmo, anche dal punto di vista del numero dei tesserati?

Certamente l’entusiasmo di questa vittoria farà bene. Posso dire che l’ho avvertito subito, anche in queste settimane testimoniato dalla grande partecipazione ai “cenini” e dalle richieste per la cena della vittoria. Ovviamente tanti non hanno mollato, ma come tutti i Quartieri, c’è bisogno di sapere che si può contare su una parte associativa forte. Noi adesso dovremo fare di tutto perché non sia una vittoria sporadica, ma darne continuità.

Però il calo avuto non può essere limitato all’assenza di successi, ma riporta in primo piano una disparità importante urbanistica e residenziale, acuita da uno spopolamento più che significativo del centro storico. Qui si riapre l’annosa questione dei confini?

E’ un tema fondamentale, Colcitrone ha una posizione geografica unica rispetto a tutti gli altri. Oltre che il centro storico che si è andato svuotando non vi è stata un’urbanizzazione significativa di cui invece hanno goduto gli altri. Non è facile ma è necessario che tutto il mondo Giostra, le Istituzioni e il Comune capiscano questa situazione.

Tornando alla Giostra, sappiamo che per arrivare a poterla correre vi è stato un iter lungo e complesso ove non sono mancate le incognite. Ad oggi possiamo dire che è stata presa la scelta giusta?

A posteriori è facile dire di sì, noi Rettori ci abbiamo sempre creduto perché eravamo convinti che fosse importante ritornare a correr Giostra e vivere i Quartieri. E’ chiaro che è stato un percorso molto difficile per cercare di trovare le soluzioni migliori possibili per tutte le varie fasi della festa, non solo il giorno della Giostra.

Comunque, pur con alcune mancanze e altre incongruenze, dal punto di vista giostresco possiamo dire che è stata una Giostra vera e sentita?

Direi proprio di sì, a partire dalla settimana pre Giostra. E’ stata in tutto e per tutto la solita Giostra, le uniche cose che veramente sono mancate o penalizzate per il pubblico sono state Corso Italia durante la sfilata e il numero in piazza Grande. Per il resto i Quartieristi non hanno fatto mancare il loro calore ed è stata sentita.

Una forte limitazione l’ha subita anche la partecipazione alle prove, quanto è mancata e quanto sono importanti quei momenti a livello sociale?

Sicuramente è mancato, è assolutamente rilevante. Sono momenti importanti non solo per i quartieristi, ma anche per le famiglie e per i più piccoli che hanno la possibilità di poter vedere i cavalli e i giostratori da vicino socializzando con gli altri. Se un bambino frequenta fin da giovani l’ambiente della piazza se lo porterà sempre dietro.

Nella macchina organizzatrice e delle normative anti Covid questa volta ancora più i Quartieri sono stati incaricati di uno sforzo importante ricoprendo un ruolo fondamentale?

Assolutamente sì, oltre al normale sforzo considerevole siamo stati chiamati a far rispettare regole di sicurezza sanitaria con molta attenzione. Oltre ovviamente a fare attenzione particolare con la squadra tecnica e con i figuranti. Noi abbiamo anche provveduto a fare dei tamponi in più a tutti i figuranti.

Nelle persone che hanno partecipato alla vita di Quartiere ci sono state particolari lamentele o problematiche?

Direi di no, c’è stata sempre molta intelligenza e soprattutto la consapevolezza e volontà da parte dei nostri quartieristi, anche da parte dei più giovani, di collaborazione massima per il rispetto delle regole e la riuscita della festa.

Le restrizioni hanno permesso di poter vivere il Quartiere in maniera più umana. Come era una volta. Questo modo di stare insieme sembra sia stato apprezzato da molti. Ciò deve far riflettere il mondo Giostra sugli eccessi a cui si era arrivati?

Io credo che da questo punto di vista sia stato positivo, anche i giovani hanno dimostrato grande senso di responsabilità e si sono resi conto che si può fare un pre Giostra senza avere tutte le sere musica. Starà ai prossimi Consigli decidere come meglio organizzarsi e prevedere serate senza musica, ma all’insegna dello stare insieme e del divertimento. Penso che questa esperienza potrà servire anche per il futuro.

Nel post Giostra c’è stata una polemica su di un fatto collaterale alla festa e avete sentito di dover fare un comunicato di replica alle accuse che vi sono state fatte.

Siamo rimasti stupiti e amareggiati delle modalità con cui è stato riportato e per il risalto in doppia prima pagina che gli è stato dato. Tra l’altro con una ricostruzione offensiva che contestiamo e cosa molto sgradevole senza sentire prima l’altra versione dei fatti. Ci siamo sentiti per l’ennesima volta offesi, in questo caso poi che una persona non ha dimostrato rispetto verso non Porta Crucifera, ma la manifestazione Giostra del Saracino. Era doveroso rispondere a tutela del Quartiere.

Però molti giovani aretini continuano a frequentare il Quartiere solo nel pre Giostra e sinceramente in città rispetto ad anni fa c’è molto più amore per la festa ma forse ancora poca cultura giostresca?

Tutte le componenti del mondo giostresco a partire dalle Istituzioni debbono continuare a fare promozione della manifestazione, con iniziative nelle scuole fino anche utilizzando i canali social. Per i Quartieri chi ha avuto la fortuna di crescerci sa il valore e le possibilità che offre fare parte di queste comunità, sia dal punto di vista sociale che umano. Frequentare un Quartiere per un ragazzo vuol dire non solo farsi degli amici, ma attraverso la Giostra conoscere la storia e le tradizioni della propria città, il rispetto per i luoghi e le persone e partecipare a tante attività collaterali.

Siamo a fine mandato, oltre che a livello tecnico sono stati anni importanti per lavori al Quartiere?

Siamo riusciti a ristrutturare tutte le parti pubbliche che ne avevano davvero bisogno, dalle cucine in piazzetta al Circolo, ora stiamo ultimando anche il restyling del museo che sarà una vera “chicca”. Tutto questo oltre che il supporto del Consiglio è stato possibile anche grazie al contributo di tanti volontari. Sono davvero orgoglioso di quello che siamo riusciti a fare in 4 anni.

Siamo a fine mandato e le elezioni sono alle porte. Domanda di rito: ha intenzione di riproporsi e se richiesto di assumere di nuovo la guida di Porta Crucifera?

Fare il Rettore è stupendo e mi ha arricchito tantissimo anche a livello umano. Però è un impegno davvero provante, anche da conciliare con il lavoro e la famiglia. Lo dicevo anche prima vincere che non lo so sinceramente, più avanti faremo tutte le riflessioni del caso. L’importante che anche eventualmente chi mi dovesse sostituire spero e sono certo che continuerà il lavoro intrapreso da questo Consiglio. Al momento tutti a Colcitrone pensiamo a goderci questa meritata gioia della vittoria.

Riccardo Pichi