Scuderie ”Guido Raffaelli”: parola al responsabile Gianluca Duranti

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Comincia il percorso di Corrergiostra nei campi prova dei quattro quartieri. Abbiamo incontrato il responsabile delle scuderie “Guido Raffaelli” di Porta Crucifera, Gianluca Duranti.

Ciao Gianluca e grazie per averci concesso il tuo tempo per questa intervista. Ci racconti come e quando ti sei avvicinato al quartiere ed in particolar modo al mondo dei cavalli?

“Mi sono avvicinato al quartiere fin dal mio primo giorno di vita perché sono nato il 7 settembre 1986, giorno del nostro cappotto, e per me che sono cresciuto nelle vie del quartiere è stato naturale diventare un appassionato di Giostra e di Porta Crucifera. Il mondo dei cavalli invece ha iniziato a far parte della mia vita dal 2005-2006 quando entrai nelle scuderie rosso verdi ed iniziai a darmi da fare nel campo di allenamento che allora si trovava nelle strutture del nostro ex giostratore Marco Cherici”.

Da quanto tempo fai parte delle scuderie rosso verdi? Come e quando sei diventato responsabile? Chi sono i tuoi predecessori da cui hai preso ispirazione per svolgere questo ruolo?

“Sono diventato responsabile dall’inizio di questo mandato di consiglio e non ho predecessori, infatti sono il primo che ha avuto il privilegio di poter gestire un campo prova interamente di proprietà del nostro quartiere. Spero di poter essere di esempio per le future generazioni e che questo spazio si inserisca sempre di più nel tessuto sociale del nostro quartiere”.

Quali sono le maggiori difficoltà nel gestire una realtà come quella di un campo prova? Quale è il segreto per mantenere un ambiente come quello delle scuderie Guido Raffaelli con il solo volontariato?

“Senza dubbio la maggiore difficoltà è quella che bisogna trovare risorse e manodopera 365 giorni all’anno: il nostro quartiere dispone di cavalli di proprietà i quali hanno sempre bisogno di assistenza, gli interventi di piccola manutenzione in tutti gli ambiti sono continui perché vogliamo che sia sempre tutto perfetto. Il segreto credo stia nel riuscire a trovare un gruppo di persone che hanno voglia di stare insieme e che con acqua, pioggia, neve, vento sono sempre pronti a rimboccarsi le maniche e darsi da fare per i nostri colori. Questa è la vera forza di un campo prova”.

Ci racconti un aneddoto che può rappresentare il clima che si respira alle scuderie?

“Di aneddoti ce ne sarebbero tanti ma alla fine quello che conta è che il clima di unione che si è creato (cementificato anche dalle recenti vittorie) porta i giostratori a lavorare in un ambiente sereno che li mette nelle migliori condizioni per dare il massimo. Il clima che si respira al campo prova è fatto anche di tanti piccoli gesti scaramantici ma quelli preferiamo tenerceli per noi”.

Andando sull’attualità, cosa pensi delle modifiche che sono state apportate in quest’ultimo anno di giostra? Un giorno in meno di prove, giostra simulata, nuova consegna lancia d’oro.

“Partendo dalle prove devo dire che una giornata di prove in meno può anche starci visto l’allenamento che tutti i giostratori svolgono nei propri campi prova, è anche vero che se capitano condizioni di maltempo come sono successe quest’anno quel giorno in meno si sente tutto e può creare alcune difficoltà. La prova simulata mi piace abbastanza anche se a mio avviso il suo funzionamento è ancora un po’ troppo lungo e macchinoso e probabilmente necessita di qualche altro piccolo accorgimento per diventare davvero un evento centrale della settimana di prove. Sulla consegna della lancia sono invece molto critico, visto l’attuale posizionamento sotto la tribuna B non capisco proprio perché non la si possa riportare alla sua posizione naturale sotto la tribuna A”.

C’è qualcosa che non ti ho chiesto ma che vorresti aggiungere?

“Vorrei dire che il mio ruolo non è affatto facile e porta con se una marea di responsabilità, ma le persone che ho intorno mi danno tantissima forza e sono la mia spinta ad andare avanti giorno dopo giorno sempre e solo per il bene dei nostri colori”.