E’ il Capitano uscito vittorioso nella 143esima Giostra del Saracino del 17 giugno, la sua prima vittoria con la lancia d’oro alzata al cielo in Piazza Grande davanti al suo popolo che, davanti a lui, tornava a provare quelle sensazioni che mancavano da troppo tempo per un quartiere come Porta Sant’Andrea.

Andrea Gavagni, giovane Capitano vittorioso capace nell’impresa, prima ancora di scrivere il proprio nome nell’albo d’oro del Saracino a riportare a casa il “Re” della piazza Martino Gianni. Dall’esordio, un anno prima molto complicato, alla gioia mai provata della vittoria. Capitan Gavagni con grande disponibilità risponde alle nostre domande.

Andrea partiamo dalla fine, che sapore ha la vittoria indossando il costume di Capitano?

“La prima vittoria con il costume da capitano? Che dire un’emozione, retorica dirlo, ma indescrivibile. La prima volta ha sempre il suo perché, la sua differenza rispetto alle altre facendo gli scongiuri. Questa lancia d’oro è arrivata dopo cinque anni di astinenza che per un quartiere come Sant’Andrea è molto tempo e per questo è stata ancora più speciale. Una giostra bella, combattuta fino a l’ultimo tiro che abbiamo vinto con due giostratori amici, due ragazzi che hanno fatto il paggetto in questo quartiere e che si volevano sbloccare. Speciale, anche per l’emozione che ha provocato in tutto il popolo, in tutta la gente, in tutti i quartieristi. Questa è la parte più bella, vedere i volti di giovani e meno giovani tornare gioire per la vittoria ti dà emozioni uniche”.

L’arrivo di Martino ha davvero cambiato volto all’area tecnica e ai giostratori? Se si in che modo?

“L’arrivo di Martino è stato un uragano positivo per tutti. Dopo il percorso che abbiamo intrapreso con Lele Formelli che ci ha guidato per tanti anni cercando di dare il massimo e che ringrazio e che con lui conservo un rapporto oltre che quartieristico anche umano che ci lega, Martino è arrivato come con uno “spirito travolgente”. Tanti ragazzi a partire dal sottoscritto non l’avevano mai conosciuto e lui si è messo subito a disposizione lavorando non dico ogni giorno, ma quasi con i ragazzi, compattando anche un ambiente composto anche da molti giovani non solo nelle figure dei giostratori ma anche nelle figure di dirigenti, volontari e quartieristi. Martino sicuramente ha dato quella spinta in più, quella consapevolezza e quel metodo che ci mancava per fare quel salto di qualità perché le qualità i nostri giostratori le avevano e lo sapevano di avere. Martino ha tirato fuori quel qualcosa in più che tante volte come successo a giugno fa la differenza”.

Martino fin da subito ha dato peso alle tue parole, se c’è stato il suo ritorno in via delle Gagliarde il merito è il tuo?

“Martino ha dato peso e compreso il significato delle mie parole, lo ringrazio perché mi fa piacere se le mie parole possono aver dato quella spinta in più a un ritorno per noi importantissimo. Mi sono fatto portavoce, per il ruolo che ricopro, di un pensiero. A Porta Sant’Andrea c’era il ricordo del mito di Martino e non era neanche giusto che i ragazzi più giovani che non l’avevano potuto conoscere o comunque non l’avevano mai visto da vicino non avessero la possibilità di conoscere Martino Gianni che per noi rappresenta un pezzo di storia importantissimo da giostratore. Ho cercato semplicemente di trasmettere quello che la mia generazione quella più giovane, ma anche quella appena più grande di me, questo sentimento che aveva nei suoi confronti”.

Quanto è cresciuto in piazza e fuori Andrea Gavagni dalla giostra di giugno 2022 a quella vinta nel 2023?

“Quanto sono cresciuto? Ogni giostra in più sicuramente porta una dose di esperienza. Sono ancora molto giovane ho tanto da imparare, da capire ma sicuramente ogni giostra che passa ti dà quel qualcosa in più: lo sentivo da figurante a maggior ragione oggi nel mio ruolo. Lo scorso anno è stato sicuramente un esordio impegnativo perché giugno non è stato facile per me, ma come per tutto il quartiere. Passammo una estate di lavoro per capire dove avevamo sbagliato poi a settembre sicuramente la risalita. Un cambio di guida tecnica, ne sono successe tante di cose in un anno, come ho detto ogni giostra ti porta quel qualcosa in più sempre. Comunque ripeto e sottolineo che non si smette mai di imparare, figuriamoci a 30 anni”.

Come sono andati avanti gli allenamenti da giugno fino alla vigilia della giostra di settembre?

“Gli allenamenti sono andati avanti bene, praticamente non abbiamo mai smesso se non la settimana subito dopo la giostra. C’è grande voglia di lavorare perché comunque anche dopo una vittoria, non ci sono solo i particolari da migliorare ma c’è tanto da lavorare perché vincere una giostra è bello e importante, ma abbiamo visto come negli ultimi 10 anni per avere una continuità non solo di risultato, ma anche di competitività c’è bisogno di lavoro, il livello si è alzato. Non c’è solo da limare i particolari, ma continuare la strada che abbiamo intrapreso che sembra essere quella giusta, poi non sempre sicuramente si può vincere, ma dobbiamo presentarci sempre competitivi al massimo visto che ci alleniamo quasi 365 giorni all’anno”.

Dietro una vittoria c’è sempre un mondo che in pochi conoscono veramente.

“Dietro Tommaso e Saverio c’è una squadra di giostratori, di persone, un ambiente a cui va dato merito e va fatto un plauso. Un lavoro lungo un intero anno. Mi ripeto Tommaso e Saverio sono due ragazzi che hanno fatto i paggetti in questo quartiere, sono due lavoratori. Sono due quartieristi, quindi hanno veramente nel sangue questa cosa, i ragazzi giostratori di riserva e gli “apprendisti” chiamiamoli così, sono persone fantastiche, non c’è nulla da dire a livello di impegno e di costanza nel mettersi a disposizione, non solo per gli allenamenti, ma anche per lavori ulteriori in scuderia. Poi c’è “l’ambiente scuderia” con tutti i suoi addetti, ragazzi, quartieristi, turnisti, volontari che fanno sì che il lavoro di Martino e dei ragazzi possa essere il più semplice possibile e comunque il più lineare perché sono ragazzi che dedicano il loro tempo libero alla scuderia. Il quartiere senza di loro non potrebbe realizzare ciò che ha fatto a giugno”.

A detta di molti Conte è il miglior cavallo della piazza, di lui e degli altri cavalli cosa ci puoi dire?

“Conte è un cavallo sicuramente affidabile con una testa particolarmente adatta per la giostra. È un cavallo che è sempre stato chiacchierato e fortunatamente siamo riusciti a regalargli una vittoria che ancora gli mancava. Tommaso si sente a suo agio e gli permette di lavorare bene. E poi altri cavalli, Siria dopo un esordio non facile ha dimostrato con Saverio di essere un bel binomio. Molto più che affidabile e i risultati lo dimostrano. Saverio ha cresciuto questa cavallina ed è giusto che si prenda i meriti. Ogni cavallo, sia per i giostratori titolari che per gli altri, hanno i loro pregi e loro difetti.

Ci sono cavalli più adatti alla giostra e altri meno, dal mio punto di vista con un certo tipo di lavoro magari anche i cavalli meno adatti possono risultare competitivi. Quindi è anche il bello riuscire a portare a un livello importante e competitivo un cavallo con meno qualità. Abbiamo tanti cavalli giovani e negli ultimi due anni hanno fatto l’esordio tra Prova Generale e piazza. Il lavoro procede bene vediamo un po’ come va a settembre.

Non aggiungo altro, se non ringraziarvi per il servizio che fate alla manifestazione tutto l’anno che è fondamentale per tenere i fari accesi sulla giostra, quindi a voi i miei ringraziamenti”.