Dopo Edo Gori, piazzetta ubicata tra i bastioni di Santo Spirito dallo scorso 14 giugno, arriva il momento per Enzo Piccoletti. A favore dell’intitolazione di una strada o piazza in sua memoria, il Consiglio Comunale si era espresso all’unanimità il 16 giugno 2016 votando un atto di indirizzo presentato da Roberto Bardelli.
Il sindaco Alessandro Ghinelli ha scoperto la targa “Piazzetta Enzo Piccoletti (1925-1996 Rettore Onorario del Quartiere di Porta Sant’Andrea)” che adesso contraddistingue l’area di sosta aperta al pubblico con accesso da via delle Gagliarde in prossimità dei locali del quartiere bianco-verde. Che con una rappresentanza in costume era accanto al sindaco nel momento inaugurale. Presenti anche i Musici della Giostra.
Enzo Piccoletti, (30 marzo 1925 – 3 febbraio 1996), partecipò giovanissimo alla Resistenza, unitamente ai propri fratelli. Uno di loro, Dino, cadde nei giorni della liberazione di Arezzo. Impegnato sin dal 1944 in politica con il Pci, è stato consigliere della circoscrizione “Trento Trieste” dalla sua costituzione fino al 1990. La sua professione è stata per tutta la vita “meccanico cicli”: così amava definirsi. Dopo il terremoto in Friuli, nel 1976, fu tra gli animatori del Ponte della Solidarietà Arezzo – Montenars, iniziativa che coinvolse anche i quartieri della Giostra e che portò soccorsi e aiuti al piccolo comune friulano. Stessa iniziativa ebbe luogo nel 1980 dopo il terremoto in Irpinia. E a proposito di Giostra, Enzo Piccoletti è stato capitano del quartiere di Porta Sant’Andrea dal 1960 al 1975, conquistando quattro lance d’oro nel 1963, 1968, 1970 e 1975. Dopo la morte di William Monci, nel 1970, ricostituì il gruppo Musici, restituendolo alla città e organizzando le prime trasferte all’estero. Ha anche fatto parte della magistratura della Giostra del Saracino dal 1976 al 1981 e ha ricoperto la carica di rettore onorario, ovviamente di Sant’Andrea, dal 1982 alla sua morte. Le due edizioni di “Terra d’Arezzo un cantico” del 1977 e del 1982 sono state per anni gli unici libri, unitamente a “Le mille lance del Saracino” di Carlo Dissennati, a parlare di Giostra. Nei due volumi si trova anche un interessante spaccato della vita dell’Arezzo popolare negli anni a cavallo tra due guerre. Infine: “La Giostra del 1904”, a ricordo dell’edizione corsa in onore di Francesco Petrarca, dopo il ritrovamento dell’opuscolo stampato per quell’occasione.