Concludiamo le interviste ai Maestri d’Arme dei quattro quartieri con Saverio Crestini che ricopre il ruolo dal 2018, indossando per la prima volta il costume nell’edizione di giugno dello stesso anno guidando gli armati di Porta Sant’Andrea.

Ormai è passato qualche anno dalla prima volta che indossasti il costume di maestro d’armi nel 2018, ti ricordi ancora quali furono le emozioni che provasti quando fosti scelto? E cosa è cambiato a livello emotivo da allora ad oggi? Senti mai il peso della responsabilità?

“Devo dire che ricordo ancora tutto molto bene. La sera dell’insediamento in Consiglio ero davvero emozionato e questa ulteriore nomina mi riempì d’orgoglio. Ho iniziato a sentire immediatamente il peso della responsabilità che il ruolo portava con se, mi resi conto di non essere più un semplice figurante ma un uomo di riferimento che doveva essere in grado di dare delle risposte e prendere decisioni immediate nei momenti critici, non solo in piazza ma in qualsiasi situazione di “quartiere”. Ricordo molto bene anche la mia prima Giostra: posso dire che in quel 23 giugno del 2018 ero molto “rigido”, non tanto per l’emozione, quanto per il grado di concentrazione massima a cui avevo portato la mia mente e il mio corpo: volevo essere davvero attento a tutto quello che poteva succedere e deciso a non tralasciare nessun particolare. La Giostra poi andò in maniera meravigliosa, i miei figuranti si comportarono alla perfezione e portammo a casa la lancia d’oro con l’esordio sul 5 di Tommaso Marmorini! Rispetto a quel giorno sento sicuramente di essere cambiato, considerando anche il fatto che questa interruzione di un anno e mezzo mi ha portato a riflettere e studiare tanti particolari a menta fredda, soprattutto quanto sia importante il concetto di squadra: credo davvero che la coesione e la condivisione degli obiettivi con tutti i miei figuranti siano la strada giusta per svolgere il nostro ruolo nel migliore dei modi”.

Chi è stato il tuo modello di riferimento per interpretare al meglio questa figura?

“La mia prima figura di riferimento è stata Silvano Guerri, un grandissimo Maestro d’armi. Era in grado di trasmetterti la calma e la tranquillità in situazioni dove non era facile mantenere il sangue freddo: ricordo in particolare un episodio del 2004, quando durante la Prova Generale ci furono dei fronteggiamenti con gli armati di Porta Crucifera in Borgunto: per un ragazzino di sedici anni erano situazioni emotivamente molto forti, ma vedere la sua tranquillità e lucidità nell’impartire gli ordini e le cose da fare mi caricai di quella forza e quel coraggio di cui avevo bisogno. Dopo Silvano sono stato legato anche a Tiziano Poggini, profondo conoscitore delle dinamiche di Giostra e persona in grado di trasmettere la giusta carica: ricordo ancora i suoi discorsi al “Praticino” prima di entrare in piazza, un momento davvero intimo e bellissimo che ripropongo anche io per creare ancor di più quel senso di coesione con i miei figuranti a pochi minuti dalla battaglia. Non posso dimenticare poi Alessandro Mangani, che mi cedette per la prima volta lo scettro in piazza quando fu allontanato nel settembre 2015, e Marco Nocentini detto Roccia che purtroppo è stato mio Maestro d’armi per poco tempo a causa di una squalifica”.

Quali sono le caratteristiche che non devono assolutamente mancare per ricoprire il ruolo di Maestro d’armi?

“Non devono mai mancare il carisma e lo spirito da leader, quella figura riconosciuta non perché “impartisce ordini”, ma che ha la certezza di essere seguita perché si è guadagnata il rispetto sul campo e con l’esperienza accumulata in Giostra”.

Se vinci cosa fai?

Preferisco tenerlo per me.

Sarà una giostra molto diversa e particolare, pensi ci possano essere maggiori difficoltà per il ruolo che vai a ricoprire o una volta entrati in piazza tutto sarà come al solito?

“Credo che in questa Giostra “dalle grandi attese” le cose possano andare solo in due modi: o tutto filerà liscio, o ci saranno situazioni di tensione. Chiaro che in quest’ultimo caso i figuranti saranno protagonisti nel bene o nel male, ma sono tranquillo perché so che posso contare su un gruppo di ragazzi intelligenti e preparati, oltre che su lucchi e figuranti più esperti che in ogni momento sono pronti a darmi una mano per gestire le varie situazioni”.

Hai già incontrato i tuoi figuranti?

“Si ci siamo già incontrati alle scuderie domenica scorsa, passando una bellissima giornata in cui hanno partecipato tutti coloro che si vestiranno in questa Giostra di settembre. É stato un giorno passato all’insegna del voler far gruppo e dello stare insieme: abbiamo condiviso i nostri ricordi e le nostre esperienze di Giostra, abbiamo fatto le prove del passo e simulato una entrata in piazza per essere perfetti la domenica. Inoltre martedì 31 agosto in piazza San Giusto abbiamo organizzato la cena dei Figuranti e Veterani che sarà un ulteriore occasione per ritrovarsi tutti insieme e mettere a punto gli ultimi dettagli”.

Quali saranno le indicazione che darai?

“Per questa Giostra l’indicazione più importante sarà quella di divertirsi e di godersela appieno. Indossare il costume del proprio quartiere e poter entrare in piazza dopo il periodo che abbiamo passato è un grandissimo privilegio e vorrei che tutti i miei figuranti assaporino fino in fondo ogni minima emozione che genera la Giostra. Anche nel ricordo del nostro grande Rettore Onorario Faliero Papini da poco scomparso: da lassù sono certo che ci darà il suo supporto”.

In generale che tipo di Giostra ti aspetti? Punteggi alti o bassi? Vedi un favorito?

“É davvero difficile fare un pronostico, tutto starà nel vedere se questo periodo senza competizione possa favorire o meno i binomi che scenderanno in piazza. Quello che so con certezza è che Sant’Andrea si presenterà pronto e forte alla sfida di domenica, consapevole di aver svolto un grandissimo lavoro alle scuderie e deciso a raggiungere il massimo risultato”.

Leonardo Maccioni